Festeggiare la Pasqua a Lourdes, l’esperienza di Sofia

Che cosa significa mettersi a disposizione dei malati? Ho deciso di sottoporre il quesito a Sofia Almici. Sofia è una ragazza bresciana di 17 anni che durante le vacanze Pasquali si è recata a Lourdes con il CVS di Montichiari (centro volontari della sofferenza). Nel corso del pellegrinaggio ha vissuto a stretto contatto con persone malate mettendosi a loro servizio. Dell’esperienza in generale e di cosa abbia significato per lei abbiamo parlato durante il nostro incontro.

Quanto tempo è durato il tuo pellegrinaggio a Lourdes?
Sono partita per Lourdes martedì 27 marzo e arrivata il giorno seguente, sono poi rimasta là fino a lunedì 2 aprile.

Come mai hai deciso di parteciparvi?
Per me questo è stato il secondo pellegrinaggio a Lourdes. La prima volta, ovvero l’anno scorso, ho deciso di parteciparvi perché alcuni ragazzi della mia scuola, tra cui anche il mio fidanzato, che aderiscono a questo pellegrinaggio già da diversi anni, mi hanno convinta a fare quest’esperienza. Mi ha poi spronata molto una ragazza, con cui ho condiviso la stanza entrambe le volte che sono stata a Lourdes e con cui ho instaurato un legame forte. La seconda volta invece, ovvero quest’anno, memore dell’esperienza positiva dell’anno passato, non ho invece esitato ad iscrivermi, per poter partecipare nuovamente al pellegrinaggio.

Da chi è stato organizzato?
Il pellegrinaggio è stato organizzato dall’associazione CVS (centro volontari della sofferenza) di Montichiari, questo appena terminato è stato il loro 45esimo.

Quanti pellegrini come te sono stati a Lourdes con il CVS?
In totale eravamo circa 300 pellegrini di cui 60 erano ragazzi come me, mentre il gruppo restante era costituito dai malati e dalle persone che avevano deciso di iscriversi.

Con che mezzo sei arrivata a Lourdes?
Sono partita in treno alla stazione di Rovato per poi arrivare a Lourdes circa 24 ore dopo.

Cosa hai fatto durante le ore di viaggio per svagarti?
Durante il viaggio il primo anno ho avuto modo di conoscere molte persone e di instaurare delle amicizie che poi ho rafforzato durante la permanenza a Lourdes, oltre a ciò, il primo anno così come il secondo, il mio compito era quello di servire i pasti ai pellegrini e ai malati della mia carrozza e aiutarli in caso di bisogno.

Cosa hai fatto durante il soggiorno a Lourdes?
Durante il soggiorno ho svolto il servizio di dama, quest’anno come quello precedente, durante gli orari dei pasti dei pellegrini e dei malati, mi trovavo nel refettorio per servire loro colazione, pranzo e cena. Nel corso della giornata potevo poi partecipare alle diverse attività organizzate sia per il personale che per i malati, tra cui gruppi, momenti di testimonianze, di preghiera e celebrazioni.

Com’è stato per te confrontarti con dei malati, ti sentivi a tuo agio o preferivi mantenere le distanze?
Il confronto con i malati per me è stata la cosa più emozionante. Ho avuto l’opportunità di ascoltare le storie di alcuni di loro ed ho trovato bellissimo vedere come queste persone si siano aperte con me e mi abbiano raccontato ogni dettaglio della loro vita pur non conoscendomi. Inoltre il dialogo con essi mi ha aiutata a comprendere quanto siano importanti le piccole cose, come un sorriso o qualche parola di conforto. Mi sono sempre sentita a mio agio con loro dal primo momento e mi sentivo bene sapendo di poter aiutare persone davvero bisognose.

Eri emozionata all’idea di partire oppure impaurita, se sì quali erano le tue paure?
Il primo anno ero sia emozionata che impaurita perché come tutte le prime volte non sapevo cosa mi aspettasse, però dopo il primo giorno passato a Lourdes, mi sono chiesta come mai non avessi partecipato prima a questo pellegrinaggio. Il secondo anno invece non vedevo l’ora di partire.

Qual è l’aria che si respira a Lourdes?
A Lourdes ho percepito un clima di aiuto reciproco, solidarietà e gratitudine. Sono rimasta affascinata dalla forza delle persone malate, che nonostante le difficoltà avevano sempre il sorriso sul volto.

Ci sono stati dei momenti durante il soggiorno a Lourdes in cui avresti preferito ritornare a casa?
No, anzi al contrario avrei voluto rimane là ancora per un po’.

Come erano organizzate le tue giornate?
La giornata iniziava alle 7.45 del mattino con il servizio della colazione, a seguire in base alla giornata, c’erano momenti di testimonianze, oppure celebrazioni o altre attività. Ci si ritrovava poi alle 12 per il pranzo, e dopo averlo servito nel pomeriggio c’erano altri appuntamenti. Infine alle 19 veniva servita la cena e successivamente potevano esserci processioni o riunioni, sempre a seconda della giornata.

Avevi dei momenti di svago?
Si, durante la giornata non mancavano momenti di svago, come ad esempio i vari incontri per condividere pensieri, oppure la sera, quando dopo aver finito il servizio della giornata, tra ragazzi ci trovavamo per fare due parole.

Mi puoi raccontare i festeggiamenti durante la Pasqua, in quel giorno ti è mancata la tua famiglia?
Quest’anno, a differenza di quello precedente, ho avuto la fortuna di festeggiare la Pasqua con i miei genitori, che mi hanno raggiunta a Lourdes in aereo il venerdì santo. La giornata di Pasqua è stata strutturata in questo modo, la mattina dopo aver servito la colazione ci siamo recati ai vari appuntamenti, come ad esempio il momento dell’apertura delle uova di Pasqua per i bambini, seguito da un po’ di animazione. Successivamente abbiamo partecipato alla messa Pasquale.

Ritieni che un’esperienza del genere ti abbia aiutato nella maturazione personale e nell’avvicinarti alla fede?
Decisamente, penso che quest’esperienza mi abbia fatto crescere e maturare e sono convinta che continuerà negli anni a venire a darmi molto. Ritengo anche che grazie a questa “avventura” la mia fede si sia rafforzata.

Consiglieresti questa esperienza ad altri ragazzi come te?
Assolutamente sì, anche perchè inizialmente l’anno scorso non volevo andare a Lourdes, ma una volta tornata a casa avevo molta nostalgia e sentivo che la mia vita era migliorata.

Mettersi al servizio dei bisognosi come ti ha fatto sentire, ritieni che i tuoi sforzi siano stati ripagati in qualche modo?
Mettersi al servizio di persone bisognose mi faceva sentire bene, e anche se arrivavo a fine giornata un po’ stanca, non vedevo comunque l’ora che fosse un nuovo giorno per ricominciare il servizio. Tutti gli sforzi che ho fatto sono stati ripagati, questo grazie ad esempio ad una semplice frase detta da una persona con cui mi confrontavo o anche da un semplice sorriso.

L’anno prossimo tornerai a Lourdes?
Sì, ho intenzione di tornare anche l’anno prossimo.

A Lourdes dovevi indossare un abbigliamento particolare, se sì me lo potresti descrivere?
Sì, noi dame avevamo un preciso abbigliamento da indossare ogni giorno, dovevamo essere vestite tutte di bianco, indossare il camice, il grembiule e il velo.

Quali sono le cose che porti nel cuore di questa esperienza?
Ogni momento è rimasto impresso nel mio cuore, in particolare come ho detto prima i sorrisi sempre sul volto dei malati e la loro forza d’animo. Questo viaggio mi è servito davvero tanto e mi ha aiutata a capire quali sono le cose importanti nella vita e qual è la vera sofferenza.

Hai fatto nuove conoscenze?
Ho fatto molte nuove conoscenze, ho approfondito amicizie che prima non erano come sono ora e mi sono legata molto con persone che ho conosciuto a Lourdes.

 

      

 

 

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