Bullismo e cyber-bullismo: l’opinione dei ragazzi

La massiccia presenza del web nelle nostre vite ha portato alla diffusione di un fenomeno spiacevole. Il cyber-bullismo sembra l’evoluzione del vecchio bullismo, ma stavolta con armi digitali.

Descrivere bene questo fenomeno (quanto sia diffuso, quanto viene praticato, come fare a evitarlo, etc) non è affatto facile, perchè i dati sono difficili da ricavare.

Certo, si possono controllare le denunce e ottenere così dati ufficiali. Ma questa è solo la punta dell’iceberg: è noto che sono pochi i ragazzi che denunciano dopo essere stati vittime di bullismo online.

Come capire meglio il fenomeno, dunque?

In questo articolo ho chiesto direttamente ai giovani alcune domande sul cyber-bullismo. Il campione è di circa 70 ragazzi, frequentanti un liceo scientifico. Ecco cosa pensano del cyber-bullismo gli adolescenti italiani.

 

 

Quali sono i comportamenti online percepiti dai giovani come cyber-bullismo?

 

Immagini cyber-bullismo

 

Per i ragazzi che ho intervistato, ci sono alcuni comportamenti online che possono passare come cyber-bullismo. Prendere in giro una persona, tormentarla continuamente, pubblicare sue foto senza un consenso della persona interessata, sono comportamenti da cyber-bullo, secondo l’opinione dei giovani.

Alcuni hanno dichiarato che attaccare fisicamente una persona sia cyber-bullismo. No, quello è sicuramente un atteggiamento violento, ma non può essere definito cyber-bullismo: è bullismo tradizionale.

In realtà, la normativa è orientata a considerare il cyber-bullismo come un atteggiamento aggressivo, intenzionale e reiterato nel tempo (fonte: Miur). Se questo è vero, prendere in giro una persona è sicuramente spiacevole, ma se avviene solo una volta, non può essere considerato come cyber-bullismo.

 

 

I social network più a rischio di cyber-bullismo

 

Immagini cyber-bullismo

 

In un articolo dello Sblog!, avevamo chiesto ai giovani quali fossero i social più usati. La risposta era inequivocabile. Ai giovani piace Instagram.

Quindi è normale che sia in quel luogo che i ragazzi si incontrano virtualmente. Ed è normale che sia il social numero uno in merito al rischio di incontrare un cyber-bullo. Instagram è una piazza online, piena di tanti umani, tra loro diversi.

In mezzo a questa marea di persone, il rischio di incontrare qualcuno che abbia intenzioni poco corrette diventa più probabile.

Insomma, non è che Instagram sia cattivo di per sè, ma è semplicemente il social più frequentato dai ragazzi. E pertanto risulta anche quello più a rischio di cyber-bullismo.

 

 

Sei mai stato vittima di cyber-bullismo? Sei mai stato un carnefice invece?

 

 

Il vissuto personale dei ragazzi che ho intervistato si mostra grosso modo in linea con la tendenza nazionale. L’11% dei ragazzi dichiara di aver ricevuto atti di cyber-bullismo, mentre il 18% ammette di aver commesso atti di cyber-bullismo.

In questo articolo di Wired sono raccolte alcune statistiche su più larga scala, e non si discostano da quanto emerge dai nostri dati.

Una considerazione sui carnefici. Il 18% potrebbe essere alta come percentuale. Azzardo una interpretazione in difesa di coloro che hanno risposto alle mie domande. Salvo smentite, non mi pare di avere in classe dei cyber-bulli, quindi probabilmente alcuni ragazzi hanno scambiato atti spiacevoli con atti di cyber-bullismo.

Come si diceva sopra, se non è un atto reiterato e intenzionale, è qualcosa d’altro, ma non bullismo.

 

 

Gli hater sono cyber-bulli?

 

Immagini cyber-bullismo

 

Una piaga inarrestabile, riescono a rovinare qualsiasi social network, spingono alla disperazione le povere vittime. Sono gli hater, gli odiatori seriali.

Ma sono anche dei cyber-bulli?

Per i ragazzi la risposta è affermativa, anche se di poco.

 

 

Cosa dice la legge ufficialmente? Gli hater violano la legge o no?

Ci sono casi in cui l’hater l’ha passata liscia: Insultare sui social non è reato. La procura di Roma: “Solo sfogo”

E casi dove l’hater è stato condannato: Haters: condanna a 18 mesi per insulti su Facebook

Insomma, la materia non è facile, i confini tra opinione e diffamazione sono sottili e nemmeno i giudici riescono a mettersi d’accordo. E nel frattempo l’odio sui social dilaga.

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Leonardo Bugada

Insegno storia e filosofia al Liceo Scientifico Bonsignori.

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