Vivere il musical: ecco cosa si prova

Suor Alessandra Falco è una delle tante attrici che ha recitato nel musical Il Canto Invisibile, ma non solo, si è anche dedicata alla scrittura del musical e dei testi di ogni singola canzone . Di seguito la sua intervista in cui ci racconta le sue emozioni sulla sue esperienze di canto, ballo e recita!

Quanto tempo ci avete impiegato per realizzarlo?
L’abbiamo scritto in un anno e poi 3 mesi di prove intensissime!

Quante repliche avete fatto?
42 repliche

Quando e dove è andato in scena la prima volta?
Sabato 12 dicembre al Teatro Agorà di Ospitaletto (BS)

Quanti erano gli attori?
Il gruppo teatrale è formato da circa 35 persone.

Quali sono i temi principali del musical?
“Il canto invisibile” è un musical inedito interamente scritto dalla compagnia teatrale
UNO DI NOI, che racconta 5 storie di donne. Sono donne viventi e incontrate in fase di stesura del testo, donne della porta accanto che hanno vissuto esperienze forti, impegnative e a tratti devastanti. Nessuna di loro però mai ha perso la fiducia in Dio e tutte si sono lasciate accarezzare dalla fiducia che Lui ha riposto in loro. La speranza e la forza di queste donne le ha portate a reagire anche nei momenti più difficili della loro vita.
Le storie sono principalmente avvenute nel bresciano, tranne una che ha avuto luogo in Brasile; sono avvenimenti indipendenti gli uni dagli altri mentre i personaggi che legano le storie tra di loro sono da un lato il personaggio della fiducia di Dio, che silente abita ogni esperienza, e dall’altro le emozioni, unici uomini in scena che danno voce ai pensieri del pubblico circa i racconti.
La struttura dello spettacolo prevede momenti intensi in cui le canzoni e le coreografie non fungono solo da sfondo, ma danno forma alla narrazione degli eventi.

Qual è la parte più difficile nello scrivere i testi delle canzoni?
La parte più difficile è cercare la profondità delle parole per evitare la banalità o la superficialità, per raccontare sentimenti, evocare emozioni, cantare la gioia, il dolore, la vita.

Quali emozioni hai provato e provi ogni volta che il musical va in scena?
L’emozione più grande è la certezza di portare in scena ciò che mi sta a cuore: la fede, che sempre sa accompagnare, consolare, realizzare la vita. Mi emoziona anche vedere la bellezza dello spettacolo che portiamo sul palco, frutto di sacrifici, di passione e anche del nostro desiderio di solidarietà, in quanto questo Musical ha sostenuto un progetto missionario.

Cosa ti ha donato questa esperienza?
La gioia di poter annunciare il Vangelo con la musica, la danza, le luci, la vita vera che raccontiamo.
Nelle storie di vita che scorrono sul palco, segnate da situazioni drammatiche o complicate, si scorge la Promessa di Dio.

Che legame si crea tra gli attori?
Una forte sintonia, una bella unità, una profonda amicizia nata dalla condivisione di momenti allegri e gioiosi insieme a momenti più faticosi e difficili.

Quali sono state le tue più grandi paure?
Soltanto una e cioè che il messaggio non arrivasse al cuore delle persone. Ma questo non è successo e il Canto invisibile ha raggiunto la vita di migliaia di spettatori, facendo un mondo di bene.

Consiglieresti a qualcuno di provare un’esperienza del genere? Se si perché?
Sì! La realizzazione di un Musical è sempre un’esperienza bellissima che ti permette di conoscerti meglio, di superare alcune paure, di fidarti degli altri, di imparare la costanza e il sacrificio, di crescere nella condivisione, nel rispetto, nella collaborazione e di creare legami forti e duraturi.

Dopo l’ultima replica cosa hai provato?
Un’immensa gratitudine per aver condiviso con tutto il gruppo un’esperienza bellissima e ricchissima. La parola fine sigilla un cammino pieno di gioia che rimarrà per sempre nel cuore, come il Canto Invisibile che con infinito Amore abbraccia le nostre vite!

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