Una settimana da ambasciatori, dai banchi di scuola all’ONU

“Che futuro avrà l’Italia se i ragazzi di oggi non s’interessano di politica o dei problemi del nostro paese, ma pensano solo a divertirsi e a stare sui social?”.  Tra adulti, frasi di questo genere sono spesso ricorrenti, come se della nuova generazione si riuscisse a vedere solo il brutto e non il bello. Riccardo Fontana e Lorenzo Baraldi sono due adolescenti lombardi che smentiscono in pieno la frase sopracitata e dimostrano che tra i “giovani di oggi” c’è anche chi si interessa di diritto, politica, economia, diplomazia e dei problemi della nostra Nazione. Questi due ragazzi hanno infatti partecipato nel mese di Marzo a “Studenti ambasciatori delle Nazioni Unite”, un evento che ogni anno si tiene al Quartier generale delle Nazioni Unite a New York, il Palazzo di Vetro, e riunisce giovani provenienti da tutto il mondo, volenterosi di rivestire i panni di ambasciatore della propria nazione. Incuriosita e desiderosa di saperne di più sull’evento, ma anche sulla loro personale esperienza, ho voluto quindi intervistarli.

 

Dove abitate, quanti anni avete e che istituto frequentate?

Lorenzo: sono di Ceresara, ho 17 anni e frequento il Liceo Fermi di Mantova, indirizzo scienze applicate.

Riccardo: ho 17 anni ed abito a Ghedi, frequento l’ I.I.S. Capirola, indirizzo Liceo Scientifico.

So che da poco si è conclusa la vostra esperienza come ambasciatori alle Nazioni Unite, potreste spiegarmi meglio come funziona il progetto “Studenti ambasciatori delle Nazioni Unite”?

Lorenzo e Riccardo: “Studenti ambasciatori delle Nazioni Unite” consiste nel dare l’opportunità agli studenti di partecipare a una simulazione dei processi diplomatici multilaterali, i partecipanti sono tenuti perciò a rivestire il ruolo di ambasciatore di una nazione. Il progetto permette quindi di capire le principali funzioni dei delegati alle Nazioni Unite e quelle dell’Organizzazione stessa.

In che modo siete venuti a conoscenza di questo progetto, siete stati informati dalla vostra scuola oppure vi siete informati in autonomia?

Lorenzo: principalmente è stata la scuola a darmi le informazioni in merito al progetto. Altre invece le ho ricavate da amici che avevano partecipato gli anni precedenti.

Riccardo: Sono venuto a conoscenza di questo progetto poiché mi è stato presentato dalla scuola.

Per quale motivo avete deciso di aderire al progetto?

Lorenzo: per comprendere meglio come funziona l’Organizzazione delle Nazioni Unite e su cosa si focalizza principalmente, ma anche per capire che strada intraprendere dopo la maturità.

Riccardo: ho deciso di aderire al progetto perché volevo sperimentare un clima diverso da quello scolastico ed ero affascinato dall’opportunità di vestire il ruolo di ambasciatore.

Quali procedure avete messo in atto prima di partire per New York, avete dovuto partecipare a corsi/riunioni ?                                                                           

Lorenzo: prima di partire ho frequentato 10 dei corsi pomeridiani, tenutisi al mio istituto, riguardanti argomenti come, geopolitica, diritto internazionale e inglese diplomatico, ma anche temi quali, la storia del terrorismo e la situazione in Palestina. Oltre ai corsi, è stato necessario richiedere il passaporto e il visto ESTA.

Riccardo: ho dovuto superare un test per acquisire un livello d’inglese tale da permettermi di prendere parte al progetto. Oltre a questo, anch’io ho frequentato dieci incontri pomeridiani, uno la settimana, nel periodo tra fine Novembre a metà Febbraio, di tre o quattro ore ciascuno. Infine, io e altri ragazzi del mio istituto, che hanno fatto l’esperienza insieme a me, abbiamo svolto una simulazione dei lavori che avremmo eseguito a New York.

Bisogna possedere dei requisiti particolari per fare un’esperienza del genere?   

Lorenzo: come si può immaginare, un buon inglese fa sicuramente comodo, ma il maggior ostacolo è il costo del progetto.

Riccardo: per partecipare è necessario possedere un livello d’inglese pari o superiore al B2.

Questa esperienza l’avete fatta in autonomia o in gruppo?

Lorenzo: il progetto comprendeva molte scuole italiane con indirizzi differenti, in particolare gli studenti provenienti da quelle nella provincia Mantova, che hanno partecipato, erano circa una sessantina.

Riccardo: questa esperienza l’ho fatta con altri otto studenti del Capirola. In totale eravamo circa quaranta studenti provenienti da istituti bresciani.

Per quanto tempo siete rimasti a New York?                                                                            

Lorenzo: sono partito il 6 Marzo e tornato il 14.

Riccardo: ho trascorso a New York una settimana, dal 4 all’11 Marzo.

Il viaggio in se, inclusi trasporti, spostamenti e alloggio, da chi è stato organizzato?  

Lorenzo e Riccardo: tutto è stato organizzato dall’Italian Diplomatic Academy (IDA).

Durante tutto il periodo speso a New York avevate degli accompagnatori cui fare riferimento?

Lorenzo: sì, noi ragazzi dell’istituto Fermi facevamo riferimento al professor Cattafesta.

Riccardo: durante tutto il periodo a New York avevo una tutor dello staff IDA a cui fare riferimento.

Quali attività avete svolto alle Nazioni unite?                                                                             

Lorenzo: Alle Nazioni Unite ho avuto l’opportunità di svolgere una simulazione di un giorno e mezzo come delegato dell’UNEA (UN Environment Assembly).

Riccardo: le attività si sono svolte al Palazzo di Vetro solo per mezza giornata, mentre i restanti giorni ci siamo spostati in sale conferenza di vari hotel, quali L’Hilton, il Westin e lo Sheraton. Questo a causa di una bufera di neve che ha comportato lo spostamento di alcuni impegni dell’ONU ai giorni in cui avremmo dovuto eseguire i lavori. Nonostante ciò, l’attività svolta è stata una simulazione in cui ci sono stati affidati due topic, riguardanti due problemi che avevamo il compito di risolvere.

Mi potete raccontare una vostra giornata tipo durante il soggiorno a New York?

Lorenzo: ci alzavamo verso le 8 di mattina e facevamo colazione in camera. La maggior parte dei giorni li abbiamo spesi visitando le attrazioni della città, generalmente tornavamo in hotel verso le 7 di sera, lì cenavamo e infine tornavamo nelle camere.

Riccardo: i primi giorni abbiamo avuto l’occasione di visitare la città, mentre nei restanti siamo stati impegnati a eseguire i lavori, questi iniziavano la mattina e finivano sul tardo pomeriggio, nel mentre avevamo una pausa di un’ora per il pranzo.

Che effetto vi ha fatto entrare nel Palazzo di Vetro?                                                               

Lorenzo: io e il mio gruppo non siamo entrati nel Palazzo di Vetro, ma solo in una struttura secondaria a causa di disagi non chiariti dalle varie associazioni a cui facevamo riferimento.

Riccardo: entrare nel Palazzo di Vetro è stato molto suggestivo, ho provato un’emozione forte pensando che nella stessa sala in cui mi trovavo hanno lavorato i più grandi ambasciatori delle Nazioni Unite.

Eravate emozionati/impauriti prima di iniziare la vostra esperienza, che aspettative avevate?                                                                                                                                                       Lorenzo: ero felice ed emozionato, mi aspettavo una città totalmente diversa dall’Italia ed è proprio quello che ho trovato appena atterrato a New York.

Riccardo: prima di iniziare quest’esperienza ero emozionato ma allo stesso tempo abbastanza tranquillo. Le aspettative principali che avevo erano di arricchire il mio bagaglio culturale e migliorare l’inglese.

Avete avuto la possibilità di visitare la città New York, se sì qual è il luogo che vi ha colpito maggiormente?

Lorenzo: abbiamo passato la maggior parte del tempo a visitare New York, ma il luogo che mi ha colpito maggiormente è stato il Ground Zero, dove ci sono delle fontane ricavate dalle fondamenta delle Torri Gemelle. Quando sono arrivato lì, mi è venuta la pelle d’oca pensando che nel 2001, in quel luogo, quasi 3000 persone sono morte in una manciata di ore.

Riccardo: ciò che mi ha colpito di più di New York, anche se probabilmente è scontato, è senza dubbio l’Empire State Building, il panorama della città dall’alto è da brividi e super affascinante.

Dove era situato il vostro alloggio, vicino al Palazzo di vetro?

Lorenzo e Riccardo: al Grand Hyatt, vicino alla Grand Central Station, a meno di un chilometro dal Palazzo di Vetro e a 20 minuti da Times Square.

Definireste l’esperienza formativa, se sì perché?                                                                     

Lorenzo: sì, è servita più che altro a confrontarsi con idee diverse da parte di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, oltre ad approfondire la lingua inglese.

Riccardo: sì, definirei l’esperienza formativa poiché ha ampliato il mio bagaglio culturale, la mia mente, migliorato la mia capacità di problem solving e senza dubbio migliorato anche il mio inglese.

Com’è stato confrontarvi con i ragazzi provenienti da tutto il mondo che come voi partecipavano a “Studenti ambasciatori delle Nazioni Unite”?

Lorenzo: nulla di particolare.

Riccardo: confrontarmi con i ragazzi di altri paesi è stato stimolante e ha fatto sì che io mi  mettessi  in gioco.

Qual è la cosa che porterete sempre nel cuore di questa esperienza?                             

Lorenzo: visitare New York e la città stessa.

Riccardo: penso che non ci sia una sola cosa che porterò sempre nel cuore, ma ogni singolo momento di questa esperienza lo ricorderò per sempre.

Vi siete pentiti di aver partecipato al progetto oppure lo consigliereste anche ad altri ragazzi, se sì perché?

Lorenzo: No non mi sono pentito.

 Riccardo: l’unica pecca di questa esperienza è stato non poter eseguire tutti i lavori al Palazzo di Vetro, ma mi sento di consigliarla se, appunto, tutte le attività vengono eseguite all’ONU.

 

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