Intervista a Davide Saleri: aspirante regista

Oggi vi presento un giovane artista di San Gervasio, Davide Saleri, che ci parlerà della sua passione particolare. Dopo il liceo artistico, Davide ha frequentato la Sae Institute di Milano, seguendo in particolare un corso di produzione cinematografica. In seguito, ha seguito un corso rapido di direttore artistico a Londra.  Sentiamo ora le sue parole …

In cosa consiste nello specifico la professione che vorresti intraprendere?

“È difficile essere specifici, voglio fare il regista, ma sono interessato ed appassionato all’arte in ogni sua forma e, anche all’interno del cinema, la mia passione si estende ad altri ruoli come, ad esempio, quello del direttore della fotografia. Adoro anche la fotografia, la musica, la pittura … Preferisco la musica al cinema, è l’arte più astratta e che più mi travolge, ma qualcosa mi ha sempre detto di fare cinema, sento che è quello che devo fare.”

Come e quando è nata la tua passione?

“Non saprei dirlo con precisione, ma da quando ho memoria ho cercato di raccontare storie in diversi modi. Usavo quello che conoscevo e che avevo a disposizione. Ricordo che alle elementari obbligavo i miei amici a recitare in spettacoli che scrivevo in classe durante le lezioni noiose. Per me era la cosa più divertente, inventare storie e vederle messe in scena al parco o nel mio soggiorno con i nostri genitori come spettatori. Nel frattempo, avevo iniziato ad appassionarmi alla fotografia ed ai video, quindi ho presto unito le cose ed iniziato a realizzare dei piccoli film. Alle medie scrivevo delle specie di sceneggiature e giravo dei piccoli film con i miei compagni di classe nei boschi vicini a casa, in ville abbandonate o in altri di quei luoghi che avevano una sorta di vibrazione magica che non vedevo l’ora di rappresentare. Il desiderio non è nato tanto dal guardare i film, ma più dal volerli realizzare. Volevo raccontare qualcosa ed ho trovato quel mezzo. Tuttora non sono un grande cinefilo, adoro il cinema ma preferisco farlo piuttosto che guardarlo.”

In un filmato o in un video qual è la cosa più importante che non bisogna tralasciare nella realizzazione?

“Dipende molto dal tipo di video. Alcuni ti permettono di agire d’istinto e costruire una storia man mano, seguendo quello da cui sei attratto, senza conoscere la meta finale. Questo è tipico del cinema sperimentale. Credo sia fantastico lavorare in questo modo. Ad esempio, un paio di anni fa ho realizzato un documentario con alcuni miei compagni di università. Siamo partiti sapendo che avremmo avuto come espediente per parlare di qualcosa il devastante terremoto di Amatrice. Abbiamo fatto un viaggio e ci siamo lasciati guidare delle sensazioni e dalle emozioni ed il risultato ottenuto è stata una riflessione sulla società contemporanea, un video nel quale il tragico cataclisma è visto come una sorta di pulizia dai simulacri dell’uomo. Però questi sono casi particolari, quello che è quasi sempre essenziale per la realizzazione di un video è un’organizzazione nei minimi dettagli. Io lavorerei sempre d’istinto, ma ho presto imparato che la maggior parte delle volte va tutto programmato alla perfezione se vuoi ottenere un buon risultato.”

Cosa ti affascina di più di questo lavoro?

“Il cinema può comunicare concetti astratti, idee, sensazioni … Esso comprende tutte le altre arti e genera infiniti modi per esprimersi.”

Hai già svolto dei lavori per qualche azienda?

“Per ora mi sono stati commissionati solo video per eventi e concerti, ho partecipato a diversi video musicali e cortometraggi.”

Ti sei ispirato a qualche regista famoso?

“Di registri che mi hanno ispirato non posso non nominare David Lynch, i suoi film sono evocativi e misteriosi e lasciano che sia lo spettatore a dare un senso alle immagini. La bellezza delle sue opere è, a mio parere, quella di non avere una vera conclusione, la fine di un film di Lynch lascia spazio ad infinite possibilità, ti lascia in sospeso. Ma, in realtà, non capita quasi mai che l’ispirazione per un film mi sia venuto da un altro film. Spesso i dipinti mi ispirano, ma in generale ad ispirarmi può essere di tutto … un profumo, una sensazione, o anche un luogo dove c’è una particolare elettricità nell’aria che mi rimane addosso e nella mia testa inizia a formarsi un’idea.”

Qual è il tuo sogno? Che tipo di film vorresti girare?

“Credo dipenda dall’urgenza di comunicare una determinata cosa in quel momento. Se dovessi girare un film adesso sarebbe sicuramente privo di dialoghi, in questo periodo sono particolarmente avverso al far parlare i personaggi, ci sono altri modi per comunicare. Sarebbe un film guidato dall’intuizione piuttosto che da meccanismi logici, un’opera soggettivista che lascia ampio spazio all’interpretazione.”

 

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