PAROLE MEDIE – Spazio ai più giovani

Ritorna la rubrica delle “Parole Medie”, grazie ai testi scritti in classe dagli alunni della nostra scuola media. In questo numero, ecco a voi Alex, il quale vivrà una notte particolarmente insolita.

Una notte insolita

Alex stava passeggiando per le vie della città. L’orologio segnava le 23:17. Camminava lentamente, godendosi la tranquillità. All’improvviso, un rumore metallico lo fece sobbalzare. Si appiattì al muro di una viuzza piena di murales. I due uomini apparvero dal nulla, a pochi metri di distanza, nel viottolo illuminato dalla luna. Per un istante rimasero immobili, poi presero a parlottare a bassa voce. Alex, ormai atterrito, non si accorse della grande creatura alta che gli si avvicinava nella penombra. Vide il riflesso dorato delle sue squame in un ultimo istante, lanciò un grido soffocato e scappò a gambe levate. Troppo tardi. I due individui si voltarono. Alex vide una luce verde brillare nel punto dove erano apparsi i due e… quella fu l’ultima cosa che vide.

“Che faremo di lui?” Alex sentì una voce “Non lo so… ehi, il signorino ci sta ascoltando”. Finalmente aprì gli occhi. Era legato con robuste corde di un materiale brillante. Le due figure che sedevano al tavolo lo fissavano, ma siccome erano nell’ombra non riusciva a vedere i loro volti. Provò a dimenarsi. In un istante, si trovò la lama di una spada a un millimetro dalla gola.  Ora poteva vedere i due. La spada apparteneva ad un individuo basso, con le orecchie a punta, gli occhi e i capelli neri. Era vestito di pelli e di cuoio, al fianco appeso un fodero elegantemente ricamato. Quando si girò per parlare con l’altro individuo, Alex vide che dietro alla schiena portava due daghe incrociate, lunghe circa 40 centimetri l’una. Le due armi avevano le else alle spalle del loro padrone, in modo da poter essere sfoderate in qualsiasi momento. Era armato come per andare in guerra, anche se Alex non vide armi da fuoco. L’altro personaggio era più alto, aveva grandi occhi azzurri ed una lunghissima barba bianca, che gli arrivava alle ginocchia. Portava una lunga veste viola, che gli conferiva un aspetto misterioso. In mano reggeva un lungo bastone nodoso, all’estremità era incastonata una grossa gemma che cambiava continuamente colore.

“Chi siete e dove sono?” chiese intimorito Alex. “Ti spiegheremo tutto a tempo dovuto” rispose l’uomo con la barba. “Liberalo, Vanir, non è cattivo”. Il ragazzo basso annuì e con un solo movimento di polso tagliò i cinque giri di corda argentea che legava Alex.

“Io sono Alastor, Stregone, e lui è Vanir, Elfo, o meglio principe degli Elfi” disse l’uomo con la barba, Alastor. Dopo una breve stretta di mano, Vanir rifoderò la spada e chiamò: “Glaedr!”.    Pochi secondi dopo, un’immensa creatura comparve nella stanza, nella quale ci stava a malapena, nonostante fosse un locale molto ampio. La creatura era enorme e dotata di squame dorate, con due zanne lunghe come un avambraccio umano e due ali ripiegate lungo il corpo affusolato. “Lui è Glaedr, il mio Drago” spiegò Vanir “non è cattivo”. Poi rivolto alla bestia: “Su, coraggio, presentati!”. Il Drago sbadigliò, si stirò e poi disse con voce roca: “Salve, Umano. So che è sconcertante per te vedere creature come me, ma nelle Terre da dove veniamo non sono l’unico Drago. Finché sarai fedele, non dovrai temere aggressione da parte mia”. Effettivamente sconcertato, Alex chiese ad Alastor se poteva dirgli qualcosa di queste “Terre”. Il vecchio signore si adagiò sulla sedia e disse: “Devo riflettere un attimo…”.

Dopo qualche minuto, iniziò: “Il Mondo è formato da Cinque Terre: la Terra degli Umani, la Terra degli Stregoni, la Terra degli Elfi, la Terra dei Draghi e la Terra dei Morti. La Terra degli Umani è la più vasta. La Terra degli Stregoni ospita anche altri Umani come te, che hanno scoperto questi segreti. Gli Elfi sono numerosi e abili guerrieri, abituati a combattere. I Draghi, invece, stanno calando di numero molto velocemente. Il Regno dei Morti si sta ingrossando, ospitando le anime delle persone uccise”.

“Ti chiederai perché siamo venuti in questa Terra… Beh, per complottare lontano da orecchie indiscrete. La Terra degli Stregoni e quella dei Draghi sono sotto il dominio di Bronal, un perfido Re-Stregone con molta sete di potere. Gli Elfi non sono stati conquistati perché, come vedi da Vanir, sono esperti nelle armi. Gli Umani sono troppi e potrebbero organizzare una rivolta. Il Regno dei Morti è troppo macabro e nessuno vorrebbe averlo. Alcuni Stregoni, Elfi e Draghi si sono opposti al Re, e, come noi, lo combattiamo. Ma siamo pochi, e se vuoi unirti a noi…”.

Alex prese la decisione guardando fuori dalla finestra: vide due coppie di giovani passeggiare abbracciati, due filari di cipressi lungo il viale del parco. Vanir aveva Glaedr, Alastor il suo bastone magico animato. Disse: “Voi siete in due, e anch’io avrò bisogno di un compagno!”. Alastor e Vanir si guardarono un attimo, poi lo Stregone batté il bastone per terra e comparve un uovo azzurro delle dimensioni di un pallone da calcio. Vanir lo mise tra le mani di Alex e gli disse di sedersi e aspettare. Dopo pochi minuti, una crepa comparve sul guscio. Continuò a rompersi finché rimase un piccolo Drago azzurro. “È tuo!” disse Vanir.

Mentre Alex stava già andando a buttare i pezzi di guscio, Alastor lo fermò, prese i gusci e li diede da mangiare al draghetto. In pochi secondi crebbe fino alle dimensioni di Glaedr. “Beh, ora sei pronto ad entrare nei Ribelli!” disse Vanir. In quel momento la gemma del bastone di Alastor brillò di luce rossa e una voce annunciò: “Bronal attacca le Terre degli Elfi! Bronal attacca le Ter…” “Va bene, andiamo!” interruppe Alastor. Detto questo picchiò il bastone per terra.

In un istante erano comparsi in un accampamento pieno di Elfi. Magicamente, Alex aveva addosso un’armatura argentea e una spada al fianco, ma non ricordava di averle indossate. Sfoderò la spada. Si accorse che sapeva perfettamente come attaccare e parare colpi. Il Drago azzurro, che aveva chiamato Strabilio, aveva una sella sul dorso, pronto ad essere cavalcato. Si sentì un Elfo gridare:    “ L’esercito di Bronal arriva!”. Alex e Vanir montarono sui loro Draghi. Strabilio esalò una nuvoletta di fumo dalle narici. Un corno di battaglia risuonò in lontananza. La Guerra degli Elfi era iniziata.

(Pietro Treccani)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.