Rugby Calvisano: un paese, una squadra

 

“El balu bislong” (la palla ovale, in dialetto bresciano), è arrivato a Calvisano nel lontano 1970, grazie al Gruppo Pesa, un’associazione culturale e ricreativa. La prima maglia del Rugby Calvisano è stata gialla e nera, a strisce orizzontali, scelta, racconta la leggenda, perché era quella che “costava di meno”, colori che sono rimasti per sempre impressi sulle maglie della squadra, nei cuori dei tifosi e dei dirigenti che anno dopo anno hanno costruito la storia del Rugby Calvisano. 
Dell’originario gruppo dei fondatori, tra i quali Alfredo Gavazzi, Gianluigi Vaccari, Angelo Zanetti, Angelo Bresciani, Osvaldo Scalvenzi, i fratelli Appiani, e Tonino Montanari, alcuni ancora oggi si dedicano alle attività societarie. E’ negli anni Ottanta che il Calvisano si afferma a livello nazionale e inizia a confrontarsi con i giganti della storia del rugby italiano e i suoi giocatori sono sempre più presenti nelle rappresentative nazionali.  E’ il caso, per esempio dei fratelli Claudio e Sergio Appiani, e poi di Paolo Vaccari che diventerà poi uno dei più famosi giocatori italiani di tutti i tempi. Dagli anni ’90 il Calvisano, gioca nella massima categoria la serie A1 e inizia il cammino più importante della sua storia diventando rugby a livello professionistico e uno dei nomi di spicco di questo periodo è quello di Massimo Ravazzolo.

Dall’inizio del nuovo millennio Calvisano si è imposto a livello nazionale come una delle principali realtà vincendo due scudetti Superdieci (2005 e 2008) e quattro in Eccellenza (2012, 2014, 2015 e 2017), un campionato di serie A1 (2011), uno scudetto Under 21 (2005), uno scudetto Under 17 (2008), una Coppa Italia (2004) e due Trofeo Eccellenza (2012 e 2015), una Coppa Intercontinentale (2006). I colori giallo-neri si sono distinti anche in 7 edizioni dell’Heineken Cup, in 4 di Challenge Cup e 2 di Continental Shield. Negli ultimi anni il Rugby Calvisano, si è affermato come una delle migliori squadre italiane, sempre in vetta alle classifiche e capace di non sfigurare in Europa. 


La stagione 2011-2012 è da incorniciare per il Calvisano, che all’inizio del Campionato Eccellenza, mai avrebbe potuto immaginare di tornare subito Campione D’Italia: nel 2008 la società, con una scelta sofferta ha deciso di auto-retrocedere in A2 per ricominciare da capo, puntando sui giovani, con impegno e valore. 


E così, anno dopo anno, il Calvisano è tornato in Eccellenza, tra i 10 grandi del Rugby italiano, e i sorprendenti risultati sono arrivati. Vinto il Trofeo Eccellenza, il Cammi Calvisano, allenato da Andrea Cavinato (colui che fece vincere al Calvisano il suo primo scudetto), ha chiuso la Regular Season al primo posto in classifica e conquistare il suo scudetto numero 3. 
Il Campionato 2013-2014 inizia con un nuovo allenatore,Gianluca Guidi, alla sua prima esperienza alla guida di un club, e tanti giovani giocatori, filosofia che il Rugby Calvisano decide di portare sempre avanti: coltivare talenti anche in chiave nazionale, valorizzando allo stesso tempo le vecchie esperienze. 


Ed è in questo modo, con determinazione e coraggio, che i gialloneri riescono a vincere contro la rappresentativa rumena in Challenge Cup, continuando una lunghissima serie di vittorie in Campionato, fino alla finale giocata al Peroni Stadium contro Rovigo, in cui il Calvisano sotto di ben 17 punti stringe i denti e rimonta fino alla vittoria vincendo lo scudetto numero 4.  
Nella stagione successiva sempre con Guidi come allenatore, Calvisano conquista la qualificazione alla Challenge Cup e vince il Trofeo Eccellenza. Un’altra combattuta e indimenticabile finale al Battaglini di Rovigo il 30 maggio 2015 sarà la dimostrazione che quando una squadra vuole vincere, lo può fare. 


In casa dei Bersaglieri, davanti a oltre 7mila tifosi rossoblù, giocando in 14 per quasi 60 minuti, i gialloneri hanno conquistato il loro quinto scudetto, il secondo consecutivo.
Cambio al vertice dello staff tecnico, arriva Massimo Brunello, che costruisce una nuova squadra, sempre più giovane e un nuovo gioco, che nella stagione 2016/17 mostra tutti i suoi frutti con il raggiungimento di numerosi record tra partite vinte, punti-classifica, mete fatte, punti/ bonus ottenuti e fino alla conquista dello scudetto numero 6. Ogni volta che il rugby conquista partite importanti il paese si veste con i colori della sua squadra. È uno spettacolo unico vedere le case di Calvisano esporre bandiere e striscioni a sostegno dei propri ragazzi.

 

Ho il piacere di intervistare Gabriele Morelli, capitano e punto di  riferimento della squadra.

 

Dove e a quanti anni hai cominciato a giocare?

“Ho cominciato a giocare a 11 anni ed ho iniziato fin da subito qui a Calvisano”

 

Come è iniziata la tua passione per questo sport e sei stato influenzato da qualcuno nella scelta?

“Ho conosciuto questo sport grazie al bel progetto Rugby nelle scuole, svolto da Gianfranco Armoli e Valerio Signorini, che mi ha consentito di partecipare ad un torneo scolastico; successivamente incoraggiato da loro ho deciso di praticarlo come vero e proprio sport”

 

I tuoi genitori ti hanno appoggiato fin da subito nella scelta di praticare questo sport?

“I miei genitori mi hanno sempre lasciato libero di sperimentare e poi scegliere quale sport praticare, e anche in questa decisione , visto che mi piaceva, mi hanno sostenuto”

 

In che ruolo giochi?

“Il mio ruolo principale è il tallonatore, ovvero il numero due in prima linea; ma se è necessario per il bene della squadra, mi capita di giocare anche come pilone destro o sinistro, con i numeri uno o tre”

 

Quante volte ti alleni a settimana?

“La settimana tipo è composta da: due allenamenti giornalieri il lunedì, il martedì e il giovedì; il mercoledì generalmente attività in palestra; il venerdì allenamento di rifinitura se abbiamo la partita di sabato, altrimenti se giochiamo di domenica si sposta tutto in avanti di un giorno”

 

Devi seguire una dieta particolare per praticare questo sport?

Gabriele comincia a ridere di gusto e divertito mi confida: “In questo non sono un grande esempio, certo è che come in tutti gli sport praticati ad alto livello sarebbe opportuno seguire delle regole alimentari, come fanno parecchi miei compagni di squadra”

 

Fate degli allenamenti mirati in vista di alcune competizioni importanti?

“La preparazione in vista della stagione agonistica è la più impegnativa con allenamenti mirati al ripristino della forma fisica, poi il carico diminuisce un po’ e si predilige il gioco, fino alla pausa delle festività natalizie, dopo le quali si riprendere un periodo un po’ duro. Avvicinandosi poi alla fine del campionato gli allenamenti diventano un po’ più leggeri, fino alla conclusione dei play-off “  

 

Cosa significa per te essere il capitano di una squadra così importante?

“Essere il capitano è sempre una cosa bella per tutti, soprattutto nella squadra dove sei cresciuto e in cui ha fatto tutte le giovanili; è sicuramente motivo d’orgoglio anche se comporta degli obblighi e dei doveri, ma è il coronamento di tanti sacrifici fatti”

 

Quanto ha inciso sulla tua vita privata il fatto di giocare in una squadra così importante?

“Ha inciso molto sulla mia vita, ma mi ha permesso di vivere di sport e per questo mi sento di dire che siamo dei privilegiati. Mi ha consentito di guadagnarmi da vivere dai diciotto anni fino ad ora, so che non durerà per sempre ma per il momento me la godo, inoltre far parte di questa squadra e questa società che non è mai sazia di vittorie e che da molti anni è al vertice, è molto motivante”

 

Cosa consiglieresti ad un ragazzo che comincia a praticare questo sport?

“A un ragazzo che comincia a praticare questo sport consiglierei di godersi ogni momento, e  ciò che di più bello gli resterà, oltre alle soddisfazioni, saranno le amicizie che si creano in campo e che poi si porterà per tutta la vita”

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