Vaccini, tra verità e falsi miti

La cultura del no-vax è più antica di quanto si pensa, conseguenze allarmanti registrate dall’inizio del 2017. Il governo prende i ripari e smentisce le bufale più diffuse.

I vaccini, una delle più grandi scoperte mediche mai fatte dall’uomo, dal 1796 anno della scoperta del primo vaccino, hanno salvato innumerevoli vite e garantito la scomparsa di malattie pericolose. Allora perché l’estate scorsa è stato necessario reintegrare l’obbligatorietà vaccinale? Semplice, le statistiche del ministero della salute parlano chiaro. Il tasso di copertura vaccinale nazionale è diminuito considerevolmente dall’inizio del 2017, portando con sè l’aumento dei casi di malattie infettive e la ricomparsa di malattie infettive che erano ormai sotto controllo. Ma perché alcuni soggetti sono contrari alla somministrazione dei vaccini?

La storia ci dice che il rapporto tra uomo e vaccini è stato complicato fin dal subito. Le motivazione dei primi oppositori furono di carattere ideologico e religioso, la pratica implicava due fattori scomodi: l’inserimento di “materia animale” nell’uomo e l’opposizione alla teoria della predestinazione. Vere e proprie associazioni di antivaccinisti sorsero in Inghilterra in seguito all’obbligo di sottoporre i neonati alla vaccinazione contro il vaiolo e nel 1863 a Londra fu fondata un’associazione internazionale contro i vaccini, la Societas Universa contra Vaccinum Virus. Da allora è insita nella nostra società l’idea che le vaccinazioni siano pratiche dannose per la salute e il cui unico scopo sia arricchire le aziende produttrici. L’avvento dei social ha poi alimentato il diffondersi di fake news riguardo i vaccini e aumentato le adesioni ai movimenti no-vax.

Per mettere fine a questa tendenza il ministero della salute ha pubblicato sul suo sito nel luglio 2017 un articolo di facts checking riguardo ai vaccini con cui auspica di fare chiarezza su verità e falsi miti legati al tema. Le teorie smentite riguardano la correlazione tra vaccini e malattie autoimmuni, la presenza di sostanze tossiche e pericolose all’interno dei vaccini come il mercurio, l’aumento dei vaccini obbligatori da somministrare ai neonati nel primo anno di età in seguito al decreto legge prevenzione vaccinale del 28 Luglio 2017, l’esistenza di esami per prevedere eventuali effetti collaterali dei vaccini e infine il legame tra autismo e vaccino MPR ossia il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia.

L’ultima delle bufale smentite è quella che in assoluto ha prodotto più scalpore mediatico, se ne deve la nascita ad Andrew Wakefield, un medico inglese che nel 1998, in un articolo sulla rivista medica The Lancet, ha esposto i dati di uno studio condotto su dodici bambini i cui risultati erano stati la prova del nesso tra vaccino e autismo. Al tempo i ricercatori si misero subito all’opera per verificare le affermazioni del medico, ma le loro indagini smontarono la tesi. Negli anni successivi emerse che l’articolo di Wakefield conteneva dichiarazioni false, pagate da uno studio legale che assisteva le famiglie di alcuni dei bambini coinvolti nello studio. Molti dei collaboratori di Wakefield fecero pubblica ammenda e lo stesso medico inglese fu infine radiato dall’albo.

Per concludere, l’incapacità di credere solo ai rischi veri dei vaccini, che in proporzione ai benefici sono quasi irrilevanti – si parla di 1-2 casi su in milione di reazioni allergiche gravi, 1-2 casi su 10.000 di convulsioni e 1 caso su 100.000 di riduzione di piastrine nel sangue – è qualcosa che riguarda non solo la salute del singolo che sceglie di non vaccinare se stesso o i figli, ma dell’intera comunità. L’unico vero rischio dei vaccini? Che non siano più somministrati.

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Leonardo Bugada

Insegno storia e filosofia al Liceo Scientifico Bonsignori.

2 commenti su “Vaccini, tra verità e falsi miti

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    31 Gennaio 2018 alle 20:48
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    Sono d’accordo al cento per cento. Parole chiare a vantaggio della salute.

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    7 Febbraio 2018 alle 16:37
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    Un articolo che fa chiarezza e lo fa con coraggio, perchè sono argomenti caldi e non è facile prendere posizione. Ci voleva.

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