Prima di approdare a X-Factor hai cercato di portare la tua musica in tutta Europa con la tua band. Pensi che ai ragazzi giovani che cercano di farsi conoscere tramite i talent manchi questa tua “gavetta”?
La gavetta è il percorso fondamentale per qualsiasi tipo di lavoro, e per il musicista in particolare, perché per tanti anni si devono accettare condizioni non proprio comode: si dorme spesso in furgone, sui pavimenti, o in tende montate in stazioni di servizio, il tutto con pochi soldi. Abbiamo fatto questo per 10 anni in tutta Europa. Quello che ti lascia è un bagno di umiltà e di empatia che ti permette di affrontare questo mestiere senza la presunzione stupida di sentirsi chissà chi, ma con la convinzione di poterlo fare come Cristo comanda.
È il secondo anno che appari nel programma televisivo Jack on tour insieme a Joe Bastianich. Il primo anno, dopo un viaggio nel Tennessee, Joe ti ha portato a Lynchburg, quest’anno invece sei approdato a New York. Cosa ti porti da queste esperienze?
L’America è un paese che ha tante sfaccettature diverse. Quello che mi ha colpito di più è la grande voglia di indipendenza presente nella stragrande maggioranza degli americani, la voglia di portare avanti le loro personali idee senza accettare compromessi e senza il timore che padroneggia qui in Italia, di non potersi esprimere per paura di ripercussioni sul lavoro. In America si percepisce soprattutto la grande cultura musicale che è palpabile in ogni luogo in cui approdi.
Il 2 dicembre avete festeggiato i 10 anni di Faro Records (l’etichetta discografica di Giò Sada) e tutti gli artisti hanno suonato una cover dei Foo Fighters. Perché avete scelto di cantare canzoni proprio di questa band?
Abbiamo scelto proprio i Foo Fighters perchè era un omaggio al nostro manager che è anche il fondatore di Faro Records, un super fan di questa band.
Ora parliamo di te. Qual è il momento di un tuo concerto in cui ti emozioni di più?
Di sicuro l’ultimo pezzo, perché in quello si dà tutto quello che si ha da dare.
Stai lavorando a un nuovo progetto? Cosa ti aspetti dal futuro?
Stiamo lavorando al nuovo disco e lo faremo in maniera indipendente. Spesso si pensa che un partecipante dei talent sia legato a quel tipo di mondo. Ma io voglio dimostrare che non è così: le sonorità saranno le nostre, ci sarà la mia identità, la mia poetica. La musica è una ricerca costante dentro se stessi, non tra le mode o tra ciò che funziona di più in un preciso momento. È meglio sfidarsi sempre per riuscire a superarsi continuamente piuttosto che accontentarsi, no?