Lombardia e Veneto: cittadini chiamati al voto, vince il sì al referendum consultivo

Il 22 ottobre in Lombardia e in Veneto si è tenuto un referendum consultivo sull’autonomia. Le due regioni guidate da Maroni e da Zaia con questo referendum volevano richiedere la concessione di una maggiore autonomia dallo Stato, guardando al modello delle cinque regioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta). La procedura per la richiesta di maggiore autonomia può essere avviata da qualsiasi Regione. Dopo il raggiungimento di un accordo con lo Stato, questo deve essere approvato da Camera e Senato a maggioranza assoluta. Il quorum è stato previsto solamente in Veneto.
Numerosi sono stati i cittadini lombardi e veneti che nella giornata del 22, ognuno nelle proprie città ha espresso il proprio parere. In Lombardia l’affluenza è stata tra il 38 e il 39 per cento mentre in Veneto il 57,2 per cento raggiungendo così il quorum. Clamorosa è stata la vittoria del si che in entrambe le regioni ha superato il 95 per cento. Tuttavia però i risultati relativi alla Lombardia non sono tutti definitivi, la causa è strettamente legata alla tecnologia. Infatti per la prima volta la regione del nord d’Italia ha utilizzato il sistema di voto elettronico per evitare i brogli elettorali. La regione ha messo a disposizione 24 mila tablet a per il referendum. In  seguito questi strumenti  verranno poi destinati alle scuole lombarde.
Tanti sono stati i problemi, in particolare il ritardo sulla pubblicazione dei risultati effettivi riguardanti l’affluenza e la percentuale corretta, ma non solo. Numerosi erano gli anziani che completamenti estranei al mondo tecnologico sembravano un po’ impacciati, ma una volta superato il loro blocco uscivano dal seggio tutti orgogliosi e entusiasti  dicendo: «Visto che anche io ce l’ho fatta!»