Un’infanzia travagliata

Oggi ho intervistato un giovane ragazzo di nome Andrea, il quale ha avuto un’infanzia travagliata a causa del padre. Non è una cosa semplice e adesso sentirete le sue parole.

Cosa ti è successo?

“Circa dieci anni fa mio papà è scappato, senza più farsi vedere e senza spiegarne il motivo, lasciando me e mia madre e prendendo dei soldi a mio nonno e al supermercato di mia mamma e delle sue sorelle. Da qui la mia vita è cambiata: innanzitutto il supermercato dovette chiudere per riuscire a guadagnare dei soldi e pagare tutti i danni che mio padre aveva fatto, mio nonno dovette continuare a lavorare per poter comprare le cose necessarie per andare avanti e inoltre non avevo più una figura paterna su cui contare.”

Quanti anni avevi?

“Avevo dodici anni, andavo in seconda media”

 

Come hai fatto a superare questo momento?

“Allora, non è stato facile e nemmeno ora credo di averlo superato del tutto, però sicuramente sto meglio rispetto a quando è successo. Mi hanno aiutato molto i miei parenti e i miei amici. È soprattutto grazie a loro che ho superato questo brutto momento perché mi sono sempre stati vicino, mi hanno sempre sostenuto e mi hanno sempre aiutato a scegliere quello che era più giusto per me. Poi devo proprio dire che anche lo sport mi ha aiutato e fatto sfogare”

Hai visto ancora tuo padre?

“No, non l’ho più rivisto.”

Se lo vedessi, cosa gli vorresti dire?

“Sicuramente non gli correrei incontro e lo abbraccerei. Prima di tutto gli chiederei se si rende conto di ciò che ha causato a me e ai miei cari. Poi gli direi che avrebbe potuto farsi vedere oppure cercare di riparare i suoi errori aiutandoci. Ma non credo di riuscire a perdonarlo perché quello che mi ha fatto è grave e mi ha fatto stare molto male, quindi anche se lo vedessi e lui mi chiedesse scusa per adesso non mi sentirei di perdonarlo.”

Qual è stato il momento più difficile?

“Molto difficile è stato il periodo appena dopo che lui se ne andato. Lui mi mancava perché comunque era sempre mio padre, ma avevo rabbia e dolore dentro di me per ciò che aveva fatto. Tutti mi chiedevano in continuazione come stavo o cosa era successo e questo peggiorava la situazione. Poi vedevo i miei amici e anche in TV tutti che avevano una famiglia bella e andavano a fare passeggiate, gite e molte altre cose con il proprio papà mentre io non ce lo avevo più.”

Come hai reagito quando te lo hanno detto?

“Quando me lo hanno detto ci sono rimasto malissimo, non me lo aspettavo. Il giorno prima era stato tutto il giorno con me e poi è sparito, non potevo crederci: è successo tutto all’improvviso, speravo fosse solo un incubo e che presto mi sarei svegliato e sarebbe tornato tutto alla normalità, ma non è successo. Lui se ne era andato davvero.”

Ti manca la figura paterna?

“Si mi manca. Però ho trovato una persona che è stata in grado di aiutarmi e di prendere il suo posto: mio nonno. Lui mi aiutato davvero tantissimo e mi ha trattato come un figlio.”

 

Cosa vuoi dire ai ragazzi a cui potrebbe succedere la stessa cosa?

“Devono essere forti. So che non è semplice, ma bisogna cercare di guardarsi intorno e capire che ci sono delle persone che ci vogliono bene veramente e non ci farebbero mai del male. Bisogna aprirsi con loro e cercare di sfogarsi dalla rabbia e dal dolore che si ha dentro perché altrimenti questi sentimenti se li trascineranno per tutta la vita.”

Adesso chi ti senti di ringraziare per averti aiutato e fatto diventare quello che sei?

“Vorrei ringraziare i miei amici e tutta la mia famiglia, ma in particolare la mamma e i nonni. La mamma perché ha trovato la forza di andare avanti e crescermi da sola e i nonni per aver fatto tutto il possibile per rendermi felice e realizzare i miei sogni e spesso per aver fatto dei sacrifici per accontentarmi.”

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