Paul Richard Griffen “L’esperienza nel mondo del rugby”

Per lui la vita si identifica soprattutto con il rugby, anche perché ha dovuto affrontare sfide molto difficili, dentro e fuori dal campo. Lo ha fatto e lo sta facendo con lo spirito di un vero giocatore. Paul nasce, esattamente, 42 anni fa il 30 marzo 1975, a Dunedin nell’isola del sud della Nuova Zelanda.

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Quando hai iniziato a giocare a rugby?

“A tre anni circa, giocavo nell’under cinque”

Quale è stata la prima squadra in cui hai giocato?

“Ho giocato per la prima volta nel Southern una squadra del Dunedin”

I tuoi genitori erano d’accordo su questa tua scelta?

“Assolutamente si, a tre anni mio papà mi ha portato a giocare ed io ero d’accordo con la sua scelta, non ero forzato perché mi piaceva davvero tanto e mi divertivo, per me è stata una cosa molto educativa”

Oltre al rugby facevi altri sport?

“Si ho fatto molti sport, da quando ero piccolo fino a quindici anni ho giocato a rugby, a tredici pallacanestro poi pallavolo, golf, baseball, nuoto, atletica e molti altri, lo sport era davvero la mia passione principale, anche se a quindici anni ho dovuto prendere una decisione e quella fu il rugby, e lo è tutt’ora”

Quando hai deciso di andartene dalla Nuova Zelanda e come hai vissuto questo cambiamento?

“Ho deciso di andarmene nel 1999 a Settembre, sono partito con Karla, mia moglie. Avevo due possibilità l’America o l’Italia, ovviamente ho scelto l’Italia. Il cambiamento è stato molto duro, soprattutto per le diverse abitudini, in Nuova Zelanda vivevamo con la nonna di Karla che ci aiutava molto, ma in Italia non conoscevamo nessuno,  anche se poco dopo è diventata un’abitudine e non ci sono stati problemi, grazie ai molti amici che ho conosciuto giocando a rugby in una squadra di Napoli”

A che età hai iniziato a giocare nella nazionale Italiana?

“ Ho fatto l’esordio nel 2004, il giorno di San Valentino il 14 Febbraio, contro l’Inghilterra, nello stadio Flaminio di Roma”

Quale è stata la squadra in cui ti sei trovato meglio durante la tua carriera al di fuori della Nazionale?

“Mi sono trovato davvero bene in tutte le squadre, anche se non sono stato in molti club, cinque in circa 40 anni. Diciamo che sono stato molto fedele e legato alla maglia e ai gruppi che creavo all’interno della squadra, per questo non ne ho una preferita, tutte quante hanno lasciato un marchio nella mia vita”

Come mai non ti sei più spostato da Calvisano?

“Non mi son mai spostato perché le cose qui a Calvisano sono state sempre stimolanti, avevo sempre la possibilità di giocare in campionato, arrivare nei play-off, e partecipare ad alti campionati. Ho avuto molta fortuna a giocare anche in Nazionale, per questo Calvisano mi ha dato tantissimo”

Quando hai smesso di giocare a rugby cosa ti sarebbe piaciuto fare?

“Domanda veramente difficile, onestamente non lo so, forse vincere al SuperEnalotto e dedicarmi esclusivamente alla famiglia. Ma questo non è un lavoro, quindi non ho una risposta alla tua domanda”

Ti piace il tuo nuovo lavoro?

“Si, mi piace molto. Ho la fortuna di lavorare con ragazzi da sedici a diciotto anni, è un’età dove ci sono molti dettagli che si possono curare e vedere le differenze di quando capiscono e migliorano è davvero soddisfacente”.

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