Marco Rech Daldosso: la passione per il ping pong e la carriera in nazionale

 

Marco Rech Daldosso, remedellese classe 1992, è un affermato giocatore di ping pong. Fa parte della nazionale italiana e dell’aeronautica militare. Vanta di numerosi titoli italiani e oltre 220 presenze in Nazionale assoluta dal 2008 al 2017. Ha partecipato a ben 4 campionati mondiali, 9 europei e ai giochi del Mediterraneo nel 2013, durante i quali ha vinto la medaglia d’argento con la squadra.

Come è nata la tua passione per il ping pong? A che età hai cominciato?
La mia passione è nata grazie a mio fratello e mio papà che mi hanno fatto iniziare a giocare prima nel garage di casa e poi all’oratorio. Loro giocavano quasi ogni domenica e vederli giocare mi ha sempre incuriosito, spingendomi a provare. Quello che era un passatempo domenicale è diventato ben presto un impegno quotidiano. Ho cominciato a giocare nella società di asola nell’estate tra la terza e la quarta elementare.

Quante ore ti alleni a settimana? Come è formato il tuo allenamento?
Mi alleno ogni giorno sia alla mattina che al pomeriggio. Solitamente faccio due sedute la mattina in una palestra fitness mentre gli allenamenti del resto della settimana sono direttamente sul tavolo. Gli orari sono più o meno 9:30-12:00 e 15:00-17:30.

Come ti prepari prima di una competizione importante?
Avendo un calendario denso di impegni non si riesce sempre a fare preparazioni lunghe. Quando è possibile inizio ad allenarmi molto duramente e più a lungo durante le settimane che precedono l’evento, per poi fare allenamenti molto più brevi e meno intensi nella settimana della competizione. L’ultima settimana preparo solo tatticamente l’incontro da disputare.

Avresti mai pensato di raggiungere un livello così alto da partecipare ai campionati italiani e a gare internazionali come europei e mondiali?
Ricordo che quando ero piccolo ed avevo appena cominciato a giocare, andavo a vedere gli incontri di serie A a Castel Goffredo, società dove sono andato a giocare da lì a qualche anno, e pensavo che volevo arrivare a quei livelli. Perciò ricordo di essermi sempre allenato molto fin da piccolo per cercare di raggiungere quell’obiettivo. Ho avuto la fortuna nella mia carriera di trovare sempre persone che mi hanno trasmesso e insegnato molto. Sicuramente iniziare fin da piccolo a raggiungere buoni risultati, mi dava la carica per allenarmi sempre di più e meglio.

Sei soddisfatto degli obbiettivi che hai raggiunto o se potessi cambieresti qualcosa?
Sono in parte soddisfatto, ed in parte no.
Penso che sia così per tutti, chiunque vuole raggiungere risultati sempre migliori, sia nello sport che nella vita.

È stato difficile riuscire a far parte della squadra nazionale e persino dell’aeronautica vivendo in un paese come Remedello che non può offrire molte opportunità?
In realtà vivere a Remedello mi ha aiutato perché era “il posto giusto”. Sono cresciuto vicino a due grandi società, Asola e Castel Goffredo, dove ho rispettivamente svolto attività giovanile e assoluta. Rispetto ai miei compagni di nazionale ho avuto la fortuna di non dovermi allontanare da casa per poter avere un buon posto dove allenarmi e questo penso abbia contribuito molto. Per quanto riguarda la nazionale, sinceramente non mi sono mai accorto di “doverla conquistare”, perché mi sembrava normale. Mi allenavo molto ed ho avuto fin da subito buoni risultati. Senza neanche accorgermi ho iniziato a far parte della nazionale giovanile e qualche anno più tardi mi sono ritrovato a far parte di quella assoluta. Ho sempre pensato solo a giocare, tutto il resto è stato una conseguenza.

Quali sono le prossime competizioni a cui parteciperai? E i tuoi obiettivi?
A maggio avrò i playoff in serie A. Giocheremo la semifinale (andata e ritorno) e la vincente giocherà poi la finale. Poi a fine giugno ci saranno i giochi del mediterraneo, ma il direttore tecnico non ha ancora deciso chi porterà a quella manifestazione. Nei prossimi due mesi sarò concentrato su queste competizioni.

Che consigli daresti ad un ragazzo che vorrebbe approcciarsi a questo sport?
Che deve armarsi di pazienza! Purtroppo non è uno sport semplice e serve molto tempo per imparare a giocare. Come tutti gli sport singoli, è una medaglia a due facce, perché se si sta disputando un incontro e le cose non vanno si vivono momenti brutti, ma al contrario, quando da soli si riesce a raggiungere i propri obiettivi, la soddisfazione che si prova ripaga di tutti gli sforzi fatti!

Qual è il più grande ricordo che porti con te?
In realtà ho molti cari ricordi che porto con me. Ma se devo sceglierne uno direi i campionati italiani del 2016 e in generale tutta quella stagione.
Quell’anno i campionati italiani furono disputati nella mia palestra a Castel Goffredo e in quella manifestazione riuscii a vincere tutte le gare: singolo, doppio maschile e doppio misto. Pochi mesi dopo vincemmo anche lo scudetto con la squadra, sempre in quella palestra. La soddisfazione provata in quel periodo non la dimenticherò mai. Fu davvero grande!

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