Emma Ruggenenti, l’esperienza all’estero che ti cambia

Emma Ruggenenti è una ragazza di diciotto anni che frequenta il Liceo Linguistico all’Istituto Vincenzo Capirola di Leno in provincia di Brescia. L’anno scorso ha vissuto un’esperienza molto particolare: per alcuni mesi ha vissuto in America lontano dal suo paese, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Un’esperienza che sicuramente l’ha cambiata, lei stessa dice di essere diventata molto più socievole, più sicura e più aperta. Il suo soggiorno in America, oltre ad averle fatto vivere nuove esperienze, le ha anche permesso di scoprire una delle sue passioni, la fotografia.

Perché hai deciso di fare un’esperienza di questo tipo?

Tutto è partito da quando mia sorella maggiore Linda è partita per l’Inghilterra e ha trascorso il suo quarto anno di scuola superiore là. Il cambiamento che ho visto in lei mi ha molto colpito e volevo mettermi in gioco anche io.

Conoscevi qualcuno che aveva già vissuto un’esperienza simile e che ti ha dato consigli utili?

Come già detto prima, mia sorella è stata di gran aiuto e mi ha spronato nell’andare fino in fondo.

 Per organizzare il viaggio a chi ti sei rivolta e da chi sei stata aiutata?

Una volta che è iniziato il terzo anno di liceo, ho iniziato a cercare tra le diverse agenzie specializzate nell’organizzazione di questo tipo di esperienza. Ho frequentato anche un incontro formativo a Milano per raccogliere maggiori informazioni sull’agenzia che avevo trovato e che mi sembrava più adatta.

In quale periodo e per quanto tempo sei rimasta in America?

Sono partita il 9 Agosto 2017 e sono tornata il 24 giugno 2018 per un totale di 11 mesi circa.

Eri preoccupata prima della partenza? Se sì, per quali motivi in particolare?

Sicuramente prima della partenza si ha sempre un po’ di ansia per quella che sarà la vita nel nuovo paese e per la mancanza della propria famiglia.

E’ stato difficile separarti per così tanto tempo dalla tua famiglia e dai tuoi amici?

È stato molto difficile separarmi soprattutto dalla mia famiglia, però posso dire che ne è valsa assolutamente la pena.

In quale zona dell’America hai vissuto?

Ho trascorso un anno nello stato di Washington, nella parte nord-ovest degli Stati Uniti.

Come sei stata accolta dalla tua famiglia ospitante?

La mia famiglia ospitante è stata molto accogliente fin da subito, si è poi man mano creato un

rapporto sempre più forte, fino a quando è diventata proprio come la mia seconda famiglia.

E’ stato difficile iniziare a comunicare solo in lingua inglese sia con la tua famiglia ospitante che con le altre persone?

All’inizio è stato difficile parlare in inglese soprattutto perché in Italia siamo abituati a sentire

l’inglese ma non a parlarlo. Dopo un paio di settimane però il mio inglese è migliorato e non c’era più l’imbarazzo o la timidezza iniziale di parlarlo.

Che scuola hai frequentato in America? Quanto ti ci è voluto per adattarti?

  La scuola americana è molto diversa dalla nostra. A differenza della nostra scuola dove gli studenti scelgono il tipo di indirizzo da intraprendere (scientifico, classico, economico …), gli studenti della high school scelgono solo 6 materie che frequenteranno per quell’anno. Ogni anno poi gli studenti possono decidere di cambiare le classi.

Hai frequentato qualche corso o attività particolare nella tua scuola?

La scuola americana offre sempre attività e sport al di fuori delle ore scolastiche. Ho avuto la

possibilità di diventare cheerleader e di tifare per la squadra di basketball della mia scuola. Inoltre ho avuto l’opportunità di giocare a golf durante la primavera.

 Pur avendo frequentato una scuola così diversa, sei riuscita a rimanere alla pari con i tuoi compagni in Italia?

Il rientro a scuola non è stato facile e tutt’oggi faccio un po’ di fatica in alcune materie. Credo però che sia normale, la cosa importante è non scoraggiarsi mai e mettersi d’impegno.

Hai stretto molte amicizie in America?

Durante l’anno ho conosciuto molte persone e ho stretto un forte legame con poche di queste, tra

le quali vi sono anche altri ragazzi che, come me hanno trascorso l’anno nella mia stessa scuola. Queste amicizie, insieme alla mia famiglia mi hanno aiutato a vivere questa esperienza e mi hanno aiutato anche nei momenti difficili o di sconforto.

Quali sono state le abitudini americane alle quali hai fatto più fatica ad abituarti?

Non credo di aver trovato difficoltà ad abituarmi alle loro tradizioni e ai loro usi.

Cosa ti è mancato di più dell’Italia?

Sicuramente la mia famiglia, i miei amici, il cibo e la mia routine in Italia mi sono mancati molto, ma anche la mia scuola mi è mancata.

Quali luoghi tra quelli che hai visitato ti sono rimasti più impressi?

Probabilmente la zona in cui vivevo mi è rimasta molto impressa perché, pur vivendo nello stato chiamato Sempre Verde, la zona era molto arida, un deserto.

Hai qualche ricordo particolare che vorresti raccontarci?

Più che un ricordo mi piacerebbe raccontarvi una delle abitudini che avevo con la mia famiglia: ogni sabato e domenica mattina andavamo a prendere il caffè da Starbucks. Per me, oltre ad essere una novità era un momento molto familiare e divertente.

Com’è stato il rientro in Italia e poter riabbracciare amici e famigliari?

Il rientro è stato davvero bello. Poter finalmente riabbracciare la mia famiglia è stato davvero bello soprattutto perché ho fatto loro una sorpresa: nessuno sapeva quando sarei tornata tranne mio papà.

Hai mantenuto le amicizie strette in America e i rapporti con la tua famiglia ospitante?

Sento abbastanza spesso sia la mia famiglia ospitante sia i miei amici, e alcuni di questi sono venuti a trovarmi per il mio diciottesimo compleanno.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Questa esperienza è stata di  grande arricchimento personale in quanto ho acquisito maggiore autonomia e maturità, ma anche culturale per le nuove abitudini, tradizioni, luoghi oltre all’aspetto linguistico.

Quanto ti senti legata all’America ora?

L’America è per me adesso una seconda casa dove ho una seconda famiglia e amici su cui posso contare.

Da un punto di vista linguistico quanto ti ha aiutato questa esperienza?

Il mio inglese è migliorato molto e mi sento più sicura e sciolta nel parlarlo.

Daresti qualche consiglio a chi vorrebbe fare un’esperienza simile?

Consiglio assolutamente a tutti questa esperienza perché ti cambia la vita, il tuo modo di vedere il mondo, il tuo carattere, e il tuo modo di pensare. Descrivo questa una esperienza indimenticabile e stravolgente. Per i futuri candidati consiglio di partire con la mente aperta, pronta a vivere mille nuove esperienze oltre ad adattarsi ad una nuova cultura.

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