Per una cultura della solidarietà

Un’azienda per il verde: disabilità e lavoro

Il Quadrifoglio è un’azienda florovivaistica che opera manutenzioni del verde pubblico urbano e interventi di riforestazione. L’azienda dispone di un appezzamento di terreno di 18.000 mq. con annessi due capannoni, un magazzino e una zona uffici. Inoltre, a fianco del settore produttivo, si è sviluppato il reparto vendite presso il Garden della Cooperativa. Il Quadrifoglio, negli ultimi anni, ha cercato di promuovere progetti mirati per offrire ai giovani disabili opportunità per attuare una piena socializzazione nel lavoro. Si ritiene che l’attività florovivaistica sia molto stimolante per i disabili, possono infatti seguire lo sviluppo e la crescita della pianta fin dalla semina e sono coinvolti dinamicamente nei processi della natura. Il lavoro nel verde può offrire stimoli molto importanti per una persona in difficoltà e inoltre lavorare con materiale vivo è più coinvolgente di qualsiasi altra attività. Molto importanti per la Cooperativa sono la progettazione, la realizzazione e la manutenzione di parchi e giardini, pubblici e privati. Da anni il Quadrifoglio lavora con Comuni, Province, Aziende Pubbliche e Private del territorio realizzando e gestendo le loro aree verdi. Lavorare all’aperto offre alle persone svantaggiate la possibilità di aprirsi alla società uscendo dal “guscio”. Il lavoro diviene occasione in più di crescita. Ogni persona, soprattutto la persona disabile, con il lavoro risponde al proprio bisogno e al proprio desiderio di rafforzare un’immagine positiva di sé, realizzando al meglio le proprie aspettative sulla qualità della vita.

Ora sentiremo le parole del presidente della cooperativa Claudio Merigo.

Cos’è e come è nata la Cooperativa Quadrifoglio?

“La Cooperativa Quadrifoglio è una società che è nata dal gruppo “Amici degli handicappati” di Ghedi insieme ad altri periti agrari. Nasce dall’esperienza di un gruppo di volontari che hanno cominciato ad andare a Lourdes con alcuni sacerdoti del Bonsignori e questo gruppo poi ha fondato la Cooperativa. È una società cooperativa, questa parola vuol dire appunto “operare insieme”, a favore di persone disabili nel mondo del lavoro.”

Quando è nata la Cooperativa?

“La Cooperativa è nata il 27 marzo del 1987, quando abbiamo deciso, dopo varie riunioni, di costituirci ufficialmente davanti a un notaio e per cui abbiamo costituito a tutti gli effetti una società. All’inizio eravamo in 12 soci, mentre adesso siamo in 17.”

Quanti ragazzi disabili lavorano oggi qui?

“Adesso ci sono circa una trentina di disabili e una ventina di operatori, i dipendenti totali della cooperativa sono 50.”

Quali sono le mansioni di cui si occupano questi ragazzi?

“La nostra attività principale è il giardinaggio, la manutenzione del verde pubblico e florovivaismo in serra e vivaio. Le attività principali sono lo sfalcio dell’erba, pulizia delle aiole, irrigazione, scerbatura e concimazione delle aiole. Poi qui in vivaio ci sono l’invasatura, la potatura delle rose, irrigazione e concimazione.”

Cosa ti ha spinto a dedicare la tua vita a questa impresa?

“È stato un incontro fatto con alcuni sacerdoti, il voler valorizzare il discorso volontariato che prima facevamo solo il sabato e la domenica o nel tempo libero a favore di queste persone disabili, a un certo punto è maturata l’idea di farlo diventare un lavoro. L’idea è lavorare a favore delle persone e aiutare delle persone in difficoltà.”

Quali sono le tue soddisfazioni più grandi?

“Incontrare i ragazzi in difficoltà, parlare con loro, ma soprattutto, siccome la maggior parte vengono da famiglie disastrate, vedere che hanno bisogno di affetto e cercare di dare loro questa amicizia e affetto che gli manca, e vedere che loro corrispondono.”

Com’è lavorare con questi ragazzi? E quali sono le difficoltà più grosse?

“La difficoltà più grossa è che in alcuni non c’è la comprensione totale delle mansioni da svolgere e per cui glieli devi ripetere e insegnare più volte. In alcuni casi invece ripetono sempre le stesse cose per tutto il giorno per cui sopportare sempre la cosa che viene ripetuta può diventare pesante. Questo può accadere molto più facilmente ai capisquadra che sono sempre con loro.”

Cosa ti resta di ogni ragazzo?

“Resta l’affetto e l’amicizia che si sono instaurati con loro e la voglia di stare sempre insieme, di rivedersi e con alcuni si fanno anche attività extra. Alcuni ragazzi li vedo anche fuori dall’orario di lavoro, per esempio a volte li invito da me a pranzo.”

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