Cioli Antonio “Un’esperienza per capire il mio futuro”

Figlio di imprenditori agricoli, appassionati di Hostein (la famosa razza di vacche), Antonio Cioli, vent’enne residente a Remedello Sotto, alla fine della sua maturità scientifica all’istituto Bonsignori , ha scelto di intraprendere un’esperienza  negli Stati Uniti per approcciarsi al mondo del lavoro.

 

Come è stato il tuo percorso scolastico al Bonsignori?

Dopo aver frequentato le medie al Bonsignori, ed essendomi trovato davvero bene in quel contesto scolastico, decisi di proseguire anche al liceo scientifico, perché all’epoca non sapevo ancora che strada scegliere. Il liceo scientifico mi ha davvero aperto una finestra sul mondo lavorativo, anche se il mio percorso è stato altalenante.

 

C’è sempre stata la passione per il lavoro dei tuoi genitori?

Si, moltissimo. Soprattutto della parte zootecnica, a contatto con le vacche. Invece mio fratello maggiore è più appassionato della parte agronomica, dietro ai campi e ai mezzi agricoli.

 

Perché hai deciso di andare negli Stati Uniti?

Un carissimo amico di mio padre, da giovane aveva frequentato un corso di zootecnia alla Cornell University nello stato di New York, che è una delle prime cinque università nel mondo riguardo la zootecnia e la veterinaria. Così, quando finii il liceo, mi chiese se avessi voluto intraprendere una breve esperienza lavorativa e di studio nell’azienda sperimentale della Cornell University. E io accettai.

 

Quale è stata la tua reazione a questa proposta?

All’inizio ero un po’ scettico, soprattutto perché avrei voluto iniziare un corso di studio sempre legato alla zootecnia qua in Italia e vicino al nucleo famigliare . Ma  ci ho ripensato perché non tutti possono permettersi di fare questa esperienza, e per questo ringrazio i miei genitori per il loro sostegno.

Dove eri ospitato in America?

Durante quei due mesi sono stato ospitato nel paesino di Kingsferry da una bellissima e gentilissima famiglia , conoscenti di mio padre. La padrona di casa Elisa è siciliana, mentre suo marito Mike è il professore di Dairy Science alla Cornell Universiy. Ed erano molto simpatiche anche le loro due figlie adolescenti Emma e Anna.

 

Come si svolgevano le tue giornate ?

Alla mattina frequentavo un corso di inglese per stranieri, che durava fino alle tre del pomeriggio. Tornato a casa aiutavo la famiglia  tagliando  la legna, spalando la neve e occasionalmente andavo in azienda.

 

Come era il clima…?

Non era diverso rispetto ad un inverno della bassa bresciana, anche se era leggermente più rigido. Certe volte la temperatura toccava i -20°, perciò mi sono dovuto solo leggermente  abituare.

… e il cibo?

Molto molto strano, non riesco a descriverlo con altri termini. Sicuramente ero già pronto psicologicamente e non mi aspettavo di mangiare come a casa.

 

Hai fatto anche delle esperienze durante la tua permanenza?

Si. Sono stato all’asta di vacche più famosa nello stato di New York. Io ho dovuto seguire gli animali che sarebbero stati venduti. I prezzi sono sempre esorbitanti, infatti il costo più alto che è stato battuto è stato di 30.000 dollari.

 

Anche se hai avuto difficoltà nell’approcciarti con la lingua, hai fatto amicizie?

Essendo un ragazzo molto socievole ed espansivo non ho avuto nessun tipo di problema nel stringere amicizie. Oltre a quelli  conosciuti nelle ore di scuola, due dei miei amici più cari, che ho conosciuto nelle aziende, venivano dal Wisconsin e dalla Pennsylvania.

Le aziende che hai visitato come erano? Ci sono differenze rispetto all’Italia?

Le aziende sono davvero eccezionali! Sono tutte vissute  e si lavora proprio con il sorriso sul viso. Gli spazi sono molto ampi, l’igiene perfetta e un rapporto con l’animale davvero sorprendente. In Italia non si vive così pienamente le ore lavorative. Certo anche da noi esistono stalle moderne e innovative, ma se per noi è una rarità per loro è la norma.

 

Per concludere, cosa hai potuto capire grazie a questa esperienza?

Trascorsi soltanto due mesi ho potuto “staccare” dalla quotidianità di casa mia e capire veramente ciò che voglio per il mio futuro. Seguirò senz’altro la branca della zootecnia, a contatto con le vacche e con tutto il business legato a questo lavoro. Inoltre ho capito che per realizzare i proprio sogni bisogna davvero rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, il mio futuro è nelle mie mani.


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