Casa da grande: Un sogno, un progetto, la realtà

Un importante traguardo per il futuro delle persone con disabilità

 

Sabato 16 dicembre è stata una bella giornata per la comunità: a Viadana, frazione di Calvisano in via Cesare Battisti, è stata inaugurata la “Casa da Grande”, un primo progetto del “Dopo di Noi” che riguarda molte  famiglie di Calvisano e del Distretto di Montichiari con familiari disabili. È un grazioso appartamento a piano terra con un’ampia cucina, un bel soggiorno, tre camere da letto (con cinque posti dedicati ai disabili) e un grande bagno attrezzato. I colori degli ambienti invitano alla gioia e gli arredi ben studiati conferiscono alla casa un aspetto molto confortevole. Viene definita “Casa Palestra” e l’intento è quello di far provare ai ragazzi disabili un’esperienza nuova in una situazione abitativa diversa dal nucleo famigliare, in cui i coinquilini sono persone diversamente abili. L’iniziativa è stata illustrata nel teatro parrocchiale da Giampaolo Turini sindaco di Calvisano che nel suo intervento ha detto: “sono felice perché è un progetto della comunità che si occupa della comunità”, con il vicesindaco Marco Pari, che ha sostenuto e seguito da vicino il progetto in collaborazione con il gruppo promotore composto dalle associazioni locali “Disabilità Acquisita” e “Il Sorriso”. Un impegno che ha trovato aiuto nei “Volontari Con Noi dopo di Noi” con la partecipazione della Cooperativa “La Sorgente” che ne sarà il gestore. L’importanza dell’avvenimento è stata sottolineata da Paolo Guglielmi, presidente della cooperativa “La Sorgente” e da Gabriele Biasin responsabile dell’area disabilità, che hanno rilevato come questo sia un progetto pilota per la zona. Soddisfazione per il traguardo raggiunto anche per le associazioni locali  “Disabilità Acquisita” e “Il Sorriso” negli interventi dei loro presidenti Luciano Migliorati e Luciano Binosi. Toccante la testimonianza di Enrica Treccani, genitore ed animatrice per la realizzazione del progetto; commosse e concrete le parole di Floriano Zappettini in rappresentanza dei privati e degli artigiani, che hanno sostenuto la realizzazione della “Casa da Grande”. Un grazie particolare a Mariangela Gorgaini per i preziosi suggerimenti e l’aiuto nella stesura del progetto, ai tanti volontari che si sono alternati per sistemare e rendere vivibile l’abitazione. Don Tarcisio Capuzzi, parroco di Calvisano e frazioni, ha benedetto la struttura prima dell’inaugurazione.

La casa da gennaio e per circa un anno verrà utilizzata a rotazione dai disabili; l’inserimento sarà graduale perché possano iniziare a capire come vivere insieme quando le famiglie non saranno più in grado di accudirli.

 

“Ogni traguardo non è un arrivo ma un punto di partenza”

 

Ho il piacere di incontrare Enrica Treccani, infaticabile anima per la realizzazione del progetto e mamma di Silvia, una dolcissima e simpatica ragazza con la sindrome di down.

 

Quando è nato il sogno di realizzare la casa e da dove è nata l’idea del nome?

È un’esigenza che noi genitori dei ragazzi abbiamo espresso da molto tempo, più o meno 5 o 6 anni, per dare ai nostri familiari con difficoltà un futuro, quando noi non potremo più essere loro vicino . La legge del “Dopo di Noi” approvata nel 2016 sicuramente ci ha dato un grande aiuto perché anche le istituzioni e le cooperative hanno iniziato a muoversi e quello che per noi era un sogno è diventato realtà. Il nome è stato pensato dalla Sorgente perché avevano già in  mente di chiamare così il progetto.

Chi sono i promotori?

L’idea  come detto è scaturita da noi genitori, abbiamo coinvolto la cooperativa la Sorgente e  insieme l’abbiamo estesa all’amministrazione comunale,  poi ci hanno aiutato anche molti volontari

Quali istituzioni vi sono state vicine?

Sicuramente il Vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali Marco Pari con tutta l’amministrazione comunale di Calvisano e il distretto di Montichiari

Come vi siete autofinanziati?

In parte il finanziamento è arrivato dalla Sorgente che aveva già dei fondi destinati a questo progetto, poi sicuramente anche il mercatino dell’usato che ha proprio questa finalità, i volontari, i gruppi di persone, le associazioni, alcune aziende del territorio e anche singoli benefattori

Chi si occuperà della gestione della casa?

Se ne occuperà la Sorgente con il proprio personale, in quanto titolare del progetto con la partecipazione dei genitori, inoltre saranno presenti anche alcuni volontari

Perché viene definita “Casa palestra”?

Perché è un progetto in cui i disabili verranno divisi in piccoli gruppi formati da 3 o 4 ragazzi, che si abitueranno gradualmente ad abitare in questa casa: in un primo periodo vi trascorreranno lo stesso orario di frequenza al quale sono abituati nei loro centri educativi, poi successivamente resteranno fino al dopo cena e infine dopo 2 o 3 mesi rimarranno lì anche la notte. E questo accadrà a rotazione durante la settimana, in modo da capire quali sono i ragazzi che stanno meglio insieme, per abituarli a passare più tempo al di fuori della famiglia e diventare gradualmente  un po’ meno dipendenti da essa.

La comunità come ha accolto la proposta?

Siamo stati accolti molto bene e abbiamo percepito una grande vicinanza dalle persone, soprattutto dagli abitanti di Viadana. Il parroco ci ha sempre sostenuti, anche pubblicizzando le nostre iniziative alla comunità durante le messe

Quanto tempo è servito per giungere a questa bella giornata?

Per realizzare concretamente il progetto ci sono voluti 2 o 3 anni, mentre l’ultimo anno è servito per l’aspetto pratico dell’individuazione e sistemazione della casa

Avete intenzione di realizzare altri progetti in futuro?

Si, perché la “Casa da Grande” è solo una parte del progetto. Abbiamo in mente di acquistare un piccolo appartamento nella comunità, come punto d’appoggio che potrà diventare la casa dei ragazzi, per fare si che non debbano andare in strutture o in  luoghi completamente diversi dalla loro abitazione attuale, con il rischio di perdere i contatti, gli affetti e le relazioni di amicizia con le persone alle quali sono legati

Ora che il sogno è diventato realtà, quali sono le tue emozioni da genitore?

Enrica si commuove e guarda con tenerezza la sua Silvia, poi mi confida:  Sicuramente sono sentimenti forti e contrastanti; innanzitutto abbiamo dovuto prendere coscienza della nostra fragilità e del fatto che non vivremo per sempre;  dopo un primo momento di smarrimento, questa consapevolezza ci ha reso più forti e tenaci nel perseguire il nostro sogno, aumentando a dismisura la soddisfazione per quanto siamo riusciti a realizzare. Inoltre ci rasserena sapere che i nostri cari avranno un posto e un futuro nel loro territorio, in cui vivere con tranquillità nonostante i propri limiti, circondati dall’affetto della loro comunità che continuerà a prendersene cura anche quando noi non ci saremo o non potremo più occuparci di loro.

 

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Un commento su “Casa da grande: Un sogno, un progetto, la realtà

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    6 Gennaio 2018 alle 13:23
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    I miei più sentiti complimenti. Un bell’articolo dettagliato e preciso, scritto con il cuore. Questa è un’esperienza molto significativa per il nostro territorio, una delle prime di questo genere nella provincia grazie per averla descritta così bene.
    Ass.Associazioni Comune di Calvisano
    Sonia Capra

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