Tesla: l’Autopilota per una guida più sicura

Siamo abituati a vederli sui grandi aerei, oppure nei film fantascientifici e futuristici. Ma ora esistono anche le automobili dotati di questi. Esatto, sto parlando dei piloti automatici. Da qualche anno in commercio sono presenti automobili con la guida automatica, che hanno rivoluzionato il modo di viaggiare in macchina fino a lasciare l’autista comodamente seduto senza fare niente. L’azienda più sviluppata in questo ambito che sta rivoluzionando questi software è la grande industria automobilistica Tesla. In questi ultimi anni ha sviluppato diversi modelli di auto con la guida automatica, come ad esempio la Model 3. Ma come funzionano?

Le funzioni dell’Autopilot Tesla

Il software governa quasi tutte le funzioni di guida della macchina. L’Autopilot della Tesla consente alla vettura di sterzare, accelerare e frenare automaticamente nella propria corsia di marcia. Le attuali funzioni, però, richiedono la supervisione attiva del conducente e non consentono la guida completamente autonoma del veicolo. Rispetto alle altre auto dotate di guida autonoma, il cervello dell’Autopilot di Tesla sfrutta 48 reti diverse ed elabora le immagini e i dati raccolti da telecamere e sensori ben 2.300 volte al secondo. Questa tecnologia inoltre è più efficace delle altre perché sfrutta un software specifico, sviluppato direttamente dagli ingegneri di Elon Musk.

L’hardware della Tesla Autonoma

Nelle diverse componenti del pilota automatico della Tesla, troviamo un radar frontale, 8 telecamere, un sonar a 360° e un GPS. Ma come li utilizza? Attraverso il radar la macchina può individuare oggetti presenti davanti a sé  distanti anche 160 metri, anche se in presenza di pioggia, nebbia o polvere che ostacola la visuale. A supporto del radar ci sono 4 telecamere, che svolgono diverse funzioni. La telecamera principale arriva fino a 250 metri ed ha un angolo di visuale molto stretto. Le altre lavorano su distanze minori, 150, 80 e 60 metri, e hanno una visione grandangolare. Queste ultime sono utilizzate per la lettura dei cartelli stradali.

Altre quattro telecamere sono rivolte verso i lati e la direzione posteriore e vedono fino a 100 metri di distanza. Il sistema di guida autonoma prevede anche un sonar. Questo sonar che utilizza gli ultrasuoni che individuano gli ostacoli intorno alla vettura, presenti all’interno di un raggio di 8 metri. Attraverso i dati raccolti dal sonar, l’autopilota gestisce il cambio automatico di corsia durante un sorpasso.

Raccogliendo i dati di tutti i sensori e le telecamere, il sistema è in grado di localizzare tutti gli ostacoli presenti sul percorso. L’analisi dei dati è affidata ad un processore ideato e realizzato da Tesla, l’ ASIC. Questo processore ricrea tutti i possibili scenari futuri tra i più complessi, considerando tutte le possibili variabili che si possono incontrare durante la guida. Fino ad ora l’Autopilot ha immagazzinato dati per circa 5 miliardi di km percorsi sulle strade di tutto il mondo.

Ma ci si può fidare di questi piloti intelligenti?

Considerando che il “fattore umano” è la prima causa di incidenti stradali, la diffusione dei veicoli a guida autonoma rappresenta certamente una grande speranza. Tuttavia ci sono infinite casistiche da considerare, che spesso condizionano il cliente nella decisione di comprare una macchina autonoma. Precisando che i piloti automatici per automobili raggiungono una precisione incredibile, il caso è imprevedibile. I programmatori di questi sistemi, oltre alla corretta guida e al rispetto dei segnali stradali, devono calcolare le possibili casistiche degli incidenti. Un lavoro impossibile direte, anche perché i casi sono infiniti. Per contrastare questo problema i piloti automatici stanno essendo attrezzati di software che durante il viaggio raccolgono i dati relativi ai possibili incidenti.

Cosa ne pensa la gente?

Una delle domande più famose che la gente si pone a riguardo degli autopiloti è: “Se una vettura autonoma dovesse scegliere tra la vita del passeggero o quella di un pedone, quale deve salvare?” A partire dal fatto che nessuna tecnologia è infallibile, e che i veicoli driverless dovranno condividere lo spazio con mezzi tradizionali guidati da umani, in grado di compiere scelte irrazionali, egoiste e utilitaristiche, i programmatori si trovano dunque ad affrontare un problema morale dai risvolti filosofici. Secondo i dati raccolti dalle risposte delle persone, per la maggioranza l’auto dovrebbe salvare la vita del pedone se la colpa è del passeggero (che potrebbe essere intervenuto alla guida della vettura), oppure semplicemente che sia il caso a decidere. La minoranza ha invece scelto che l’auto dovrebbe sacrificare il passeggero soltanto se solo o comunque in qualunque caso.

In un futuro in cui tutte le macchine saranno tutte a guida autonoma, questi problemi potrebbe ridursi completamente. Arriveremo a dire alla nostra auto: “Portami al lavoro” leggendo comodamente il giornale come se fossimo in Taxi.

I ROBOTAXI

Gazzoldi Davide

Gazzoldi Davide

Sono Davide Gazzoldi, frequento la prima liceo all'Istituto Bonsignori. Sono appassionato di animali di vario tipo e tecnologia.

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