Recensione e dibattito, “La solitudine dei numeri primi”
La solitudine dei numeri primi è il primo romanzo scritto da Paolo Giordano, pubblicato dalla casa editrice Mondadori nel 2009. Al suo interno questo libro racconta due storie parallele, quelle di Mattia e Alice, le cui vite vengono gravemente segnate da due eventi accaduti nella loro infanzia. Alice viene presentata come una bambina di sette anni con l’odio profondo per gli scii, ma nonostante questo viene obbligata dal padre a frequentare un corso. Una mattina di nebbia fitta Alice finisce fuori pista in un dirupo e si rompe una gamba, dopo questo incidente rimarrà zoppa per tutta la vita. Mattia viene descritto come un ragazzino dotato di un intelletto stupefacente al contrario di sua sorella gemella, Michela, la quale fin dall’infanzia mostra problemi di apprendimento. Per colpa della sorella Mattia viene spesso isolato dai suoi compagni di classe. Vergognandosi di lei, un giorno Mattia per partecipare a una festa decide di lasciare sua sorella sola in un parco e di andare a riprenderla una volta finita la festa, ma al suo ritorno Michela è scomparsa e non venne più ritrovata. Le vite di Alice e Mattia si incrociano durante un normalissimo giorno di liceo e man mano scopriranno le loro paure e i loro sentimenti. I due protagonisti vengono paragonati a numeri matematici chiamati primi gemelli, ovvero quei numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. I problemi legati alla loro infanzia emergono e segneranno per sempre le loro vite da adolescenti e da adulti in modo negativo. Così come si incrociarono un giorno, le loro vite si separarono: Mattia accettò un lavoro all’estero come insegnante di matematica all’università e Alice ben presto si sposò con un medico. In seguito Alice decise di contattare ancora Mattia, ma i due non riuscirono mai a superare il muro di solitudine che li separa, confermando ancora una volta la loro natura di “primi gemelli”.
Diverse opinioni sul libro:
Silvia: “A mio parere questo libro non è molto facile da comprendere e sicuramente non va letto con superficialità, dal momento che tratta argomenti delicati e profondi. Consiglio la lettura ai ragazzi che hanno raggiunto un certo livello di maturità e vogliono cogliere il vero messaggio che esso vuole trasmettere.”
Marta: “Concordo anche per me questo libro deve essere letto da ragazzi che hanno raggiunto un certo livello di maturità anche perché, in alcune parti, è abbastanza volgare e non tutti potrebbero capirne l’utilizzo”.
Silvia: “No, non sono d’accordo perché secondo me non tratta in nessun punto temi volgari e anzi non penso che abbia secondi scopi e intenzioni poco chiare”
Marta: “Un’altra cosa che penso riguardo a questo romanzo è che il titolo sia stato scelto alla perfezione perché vuol far capire in senso metaforico che i numeri primi rimandano alla solitudine, in quanto hanno relazioni solo con sé stessi e con il nulla”.
Silvia: “Sono pienamente d’accordo, la cosa che mi è piaciuta è il collegamento tra i due ragazzi protagonisti che incapaci di incontrarsi, non sono destinati a stare insieme e vengono paragonati a numeri primi gemelli”