Il telescopio Hubble: alla ricerca di nuovi mondi

La Terra: un piccolo pianeta tra miliardi di corpi celesti nell’universo. Soltanto nella Via Lattea ci sono più di 200 miliardi di stelle. Lo studio da parte degli esperti riguardante pianeti con caratteristiche simili a quelle della Terra è in corso da molti anni. Questa ricerca però non sarebbe possibile senza strumenti in grado di raccogliere informazioni di oggetti distanti anche migliaia di anni luce. I ricercatori utilizzano i grandi telescopi, strutture solitamente cilindriche dotate di grandi lenti o generatori di raggi-x, raggi gamma, infrarossi e onde radio. Esistono diversi tipologie di telescopi: terrestri, conservati negli osservatori astronomici, e orbitali, satelliti che orbitano intorno alla Terra. Uno dei più importanti e sicuramente più famoso è il Telescopio Spaziale Hubble.

La storia di Hubble

Il telescopio Hubble è stato lanciato in orbita il 24 aprile 1990 con la missione STS-31 dello Space Shuttle Discovery. I primi risultati non furono quelli sperati poiché lo specchio primario del telescopio era difettoso a causa di un difetto di fabbricazione: ne risultavano immagini distorte e fuori fuoco. Nel 1993 una missione spaziale si occupò di installare una serie di lenti correttive. Alcuni astronauti in passeggiata spaziale effettuarono altre missioni per riparare guasti o sostituire apparecchiature con altre più avanzate. Negli anni successivi il telescopio Hubble ci ha regalato immagini spettacolari di oggetti celesti lontanissimi. La Nasa stimò una vita di 15 anni, ma il telescopio è ancora operativo, probabilmente alle numerose manutenzioni che ha subito.

L’Hubble è composto da un telescopio riflettore con due specchi: il principale ha un diametro di 2,4 metri ed è dotato di fotocamere che permettono di vedere ed immortalare oggetti celesti distanti da noi miliardi di anni luce. I dispositivi rotanti che orientano e stabilizzano il telescopio, i giroscopi, sono tre. Si alimenta con l’energia generata dai suoi due pannelli solari ed ogni orbita completa intorno alla Terra dura circa 95 minuti. Hubble è dotato di una camera planetaria che permette di riprendere i pianeti ad alta risoluzione e di uno strumento chiamato spettrografo, che scompone la luce catturata dal telescopio nelle varie frequenze che la compongono. 

I dati raccolti da Hubble, come anche i comandi operativi, sono inviati alla Terra tramite il sistema Tracking Data Relay Satellite, alla stazione situata a White Sands, nel Nuovo Messico. Il computer di bordo può conservare i comandi per oltre 24 ore. I dati raccolti da Hubble possono essere trasmessi alla stazione a Terra direttamente oppure memorizzati e trasmessi in seguito.

La ricerca di nuovi pianeti

Secondo una nuova ricerca che utilizza i dati della missione del telescopio spaziale Kepler, ormai in pensione dal 2018, e Hubble, circa la metà delle stelle con una temperatura simile al nostro Sole potrebbero avere un pianeta roccioso in grado di supportare acqua liquida sulla sua superficie. La nostra galassia ospita almeno 300 milioni di questi mondi potenzialmente abitabili, alcuni dei quali potrebbero persino essere i nostri vicini interstellari. Almeno quattro si trovano a non più di 30 anni luce di distanza dal nostro Sole e il più vicino probabilmente è a circa 20 anni luce dalla Terra.

Il successore di Hubble

Per decenni gli astronomi hanno lanciato veicoli spaziali in orbita nella speranza di evitare le condizioni atmosferiche che offuscano le immagini catturate dalla superficie terrestre. Eppure non tutti gli oggetti cosmici possono essere osservati chiaramente, nemmeno dall’orbita terrestre bassa. La Nasa, in previsione di un nuovo allunaggio nel 2024, ha pensato di costruire un nuovo telescopio. Ma cosa c’entra il futuro allunaggio? Semplice, il nuovo telescopio sarà costruito sull’emisfero celato della Luna. L’installazione di questo enorme dispositivo ha una durata stimata di 10 anni. Ma quali sarebbero i vantaggi? Il potenziale di questo mezzo potrebbe essere incredibile, consentirebbe ad esempio di studiare meglio gli esopianeti potenzialmente compatibili con la vita al di fuori del nostro sistema solare. La fama dell’Hubble rimarrà comunque invariata, anche perchè grazie a lui abbiamo foto fantastiche dello straordinario mondo che circonda il nostro piccolo pianeta.

Gazzoldi Davide

Gazzoldi Davide

Sono Davide Gazzoldi, frequento la prima liceo all'Istituto Bonsignori. Sono appassionato di animali di vario tipo e tecnologia.

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