Il Regno di Fantàsia

Inizia un nuovo anno e la nostra rubrica non può fermarsi!

Dando, quindi, spazio alla fantasia, ecco tre fiabe molto belle e avvincenti scritte dai nostri ragazzi di Prima media.

Buona lettura e buon 2019!

 

La liberazione di Bonsignòr

Erano molti anni che il regno di Bonsignòr era in pericolo, per colpa di molti nemici che regolarmente lo minacciavano. Molti valorosi si erano mostrati disposti a liberarlo, ma tutti coloro che erano partiti non erano più tornati.

Un gelido giorno d’inverno, al castello di Bonsignòr si presentarono ben dodici cavalieri, che, essendo tutti amici e in gruppo, non temevano nulla, anche se ognuno di loro aveva dei punti deboli.

I loro nomi erano: Sir Balaban, Sir Bazz, Sir Carlos, Sir Gabriel, Sir Fabian, Sir Frontàl, Sir Sandrin, Sir Adrian, Sir Rizzott, Sir Qiu, Sir Gian e Sir Peter.

Dopo essersi congedati con Re Pròf e con i cortigiani, i valorosi partirono. Percorsero due giorni a cavallo, dopodiché arrivarono all’ingresso di una caverna così buia che sembrava di essere davanti a un muro di pece. Appiccarono un piccolo fuoco dal quale accesero alcune torce, ma dopo alcuni metri dall’entrata della caverna le torce si spensero. Pian piano gli occhi dei cavalieri si abituarono al buio. Proseguirono con le spade sfoderate, per sicurezza. Allora Fabian si ricordò: “Cari compagni, ho paura che questa sia la Grotta della Tentazione, dove alloggia la Strega Nera. Mi raccomando, non fatevi attrarre dai piaceri che vi verranno offerti!”.

Subito la Strega fece apparire una nuovissima generazione di Play Station 5 e Sir Rizzot e Sir Sandrin caddero nella trappola. Gli altri provarono a chiamarli, ma la tentazione li aveva vinti. Così proseguirono e la Strega fece apparire un iPhone XR e Sir Gian, Sir Balaban e Sir Carlos vennero a loro volta tentati dalla strega, e non furono capaci di resistere. I rimasti continuarono e poco dopo la Strega Nera si materializzò davanti ai valorosi e disse: “Siete resistiti alle mie tentazioni, ma non mi sconfiggerete in lotta! Hahahahahaha!”.

Così dicendo estrasse un corto pugnale e si avventò su Sir Bazz, il più vicino, che però, vibrando un sol colpo di spada, mandò la Strega nell’Aldilà.

I cavalieri risalirono sui cavalli e arrivarono, il giorno dopo, al castello dei Giganti di Càppel. Vennero accolti gentilmente dai Giganti, anche se si tennero in guardia perché erano a conoscenza della loro malvagità. La mattina seguente, dopo aver dormito in letti giganteschi, decisero di abbandonare il castello e proseguire. Così si recarono dal Gigante Ingozz e chiesero il permesso di lasciare il castello. Allora il gigante afferrò Sir Adrian e se lo mangiò come se fosse un’oliva, dicendo: “Chi proverà a lasciare il castello, farà questa fine” e sputò l’armatura del valoroso Adrian. Allora i compagni del cavaliere, adirati, decisero di vendicarlo. Sfoderando le spade si lanciarono sul Gigante e vinsero solo perché in vantaggio numerico. Non pensarono però agli altri Giganti e quando Ingozz fu a terra, furono costretti a battere in ritirata. Non ebbero problemi e scappare e appena fuori dal castello si nascosero tra i cespugli. I Giganti andarono oltre e i nostri eroi si salvarono. Ma i pericoli non erano finiti.

Proseguendo a cavallo arrivarono alla Montagna del Drago. Sulla Montagna viveva un enorme drago, munito di punte sul dorso e che sputava fuoco dalle fauci. Non vi era alcuna valle intorno alla Montagna e quindi nessun modo di aggirarla, così i cavalieri dovevano per forza salire e scendere dall’altra parte. Riuscirono senza problemi finché non giunsero ad una grotta, la cui entrata era a filo di un precipizio e per accedere a essa bisognava per forza volare. Dalla caverna usciva un leggero fumo e i cavalieri aguzzarono lo sguardo, ma all’interno non si vedeva nulla. Allora ne venne fuori un drago maestoso, lungo  venti metri e di un rosso scuro come il sangue, con le punte sul dorso scarlatte. Spiegò le enormi ali e fece qualche giro in aria, lanciando fiamme ovunque. Sembrava arrabbiato. “Chi ha osato svegliarmi?” chiese l’essere con voce mostruosa. I cavalieri si fecero avanti e gli gridarono: “Drago malvagio, siamo qui per ucciderti e liberare definitivamente il nostro amato Regno!”. Così dicendo Sir Qiu e Sir Fabian si lanciarono sul Drago, che però con un solo soffio li ridusse in cenere. Li altri si nascosero dietro una roccia e idearono un piano per sconfiggere il Drago. Sir Gabriel e Sir Frontal erano molto abili con l’arco mentre Sir Peter e Sir Bazz erano bravi a tirar di scherma, ed è proprio grazie a queste doti che il loro piano funzionò.

Sir Gabriel e Sir Frontal accecarono il drago con le loro frecce, mentre Sir Bazz e Sir Peter lo ferirono a morte e gli tagliarono la gola.

Il Regno di Bonsignòr era finalmente libero dai pericoli che da molti anni preoccupavano i sudditi. I rimasti rimpiansero molto i compagni e, una volta tornati a Bonsignòr per la festa in loro onore, proclamarono un discorso in loro memoria.

Da allora il Regno visse nella pace e con i cavalieri ancora in vita, nessuno si sarebbe mai azzardato a minacciare il Regno.

(Pietro Treccani)

 

Le tre sorelle

C’era una volta una ricchissima famiglia che grazie al duro lavoro fatto negli anni viveva felice in compagnia di tre bellissime bambine.

La prima era bella come l’alba e si chiamava Rosalba; la seconda, che si chiamava Stella, era luminosa come la stella polare; la terza si chiamava Margherita ed era profumata come un fiore.

Un giorno, mentre le tre sorelle erano a fare una gita nel bosco scorsero in lontananza una casa diroccata e si avvicinarono.

Ma quando entrarono, sentirono una voce che le maledisse:

  • Chi entra nella mia casa senza il mio permesso vivrà gli ultimi giorni della sua vita in un incubo!

Le ragazze erano spaventatissime: urlarono e fuggirono a gambe levate.

Si fermarono per riprendere fiato e si resero conto che si erano perse nel bosco.

Camminarono e si fermarono solo quando trovarono una casetta molto graziosa in mezzo alla radura piena di fiori.

Ne uscì una signora di mezz’età che le accolse e le tenne con lei per qualche giorno affinché si riprendessero.

Le ragazze parlarono di quello che avevano sentito alla signora, la quale si offrì di aiutarle.

Disse:

  • Per sfuggire alla maledizione di quel mago potente dovete solo fare quello che vi dico: fra qualche ora Rosalba farà parte dell’alba, Stella diventerà quel che è il suo nome e Margherita si tramuterà in profumo. L’incantesimo durerà una giornata intera, voi non dovete cercare di liberarvi dalla magia. Se fate così, l’incantesimo si scioglierà perché il mago si aspetta che voi vogliate liberarvi.

E così avvenne.

Infatti Rosalba fu tentata dai gabbiani che la facevano ingelosire nel vederli volare felici e liberi.

Stella ebbe qualche attimo di indugio, vedendosi circondata da tutte quelle stelle senza anima.

Margherita era stata messa alla prova perchè era stato svitato il tappo del suo contenitore sotto la pioggia che eliminava tutta la sua fragranza.

Tutto andò quindi secondo i piani e le ragazze, ormai liberate dalla maledizione seppero che il mago era morto.

Le principesse raccontarono che erano state tentate più e più volte ma la loro volontà aveva trionfato.

La signora, che alla fine si rivelò una fata, fece apparire tre ragazzi per premiarle. Le tre sorelle, così, si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.

(Giulia Fontana)

 

Noregan e il Drago

C’era una volta, tanto tempo fa, un ragazzo di nome Noregan, figlio di due contadini poveri.

Egli aveva un inaspettato talento nel combattimento e il suo sogno era di diventare generale dell’esercito. Però i suoi genitori glielo proibivano dicendo che avrebbe dovuto lavorare nei campi insieme a loro.

Un giorno il ragazzo, stufo di non vivere una avventura, di notte, scappò verso il regno centrale dove avrebbe chiesto direttamente alla regina di farlo entrare nell’esercito.

Presa la sua decisione, Noregan si mise in cammino. Il viaggio durò diversi giorni ma alla fine giunse nel cuore del regno: il palazzo reale, era immenso e splendente, c’era un solo piccolo problema: superare la miriade di guardie davanti al cancello.

Noregan, che era particolarmente sveglio, si finse messaggero reale per intrufolarsi dentro.

Ed eccola lì, la regina sul suo trono. Mettendosi in ginocchio, mano sul cuore e con parole più cordiali possibili Noregan disse: “Mia regina, vengo da molto lontano solo per chiederle di inserirmi nell’esercito.”

“Ok, però dovrai sconfiggere l’antico drago delle montagne che perseguita il mio regno da anni, accetti?” disse la regina.

“Accetto” esclamò convinto il ragazzo.

Dopo essersi informato sul famigerato drago e essersi procurato una spada, Noregan s’incamminò fino alla montagna del terrore dove effettivamente si trovava il drago: era alto almeno 20 metri, aveva scaglie di argento e una coda fornita di spuntoni, per non dimenticare che sputava ghiaccio e che tutti gli uomini che provassero a sconfiggerlo morivano. Ma questo a Noregan non importava.

Sicuro di sé, il ragazzo si incamminò sulla montagna del terrore.

Arrivato a un ruscello per bere e riposarsi, Noregan incontrò un elfo che raccoglieva bacche:

“Mi scusi signore, saprebbe indicarmi la strada più breve per arrivare alla caverna del drago?” chiese il ragazzo.

“Sei davvero così sciocco da pensare di poter sconfiggere il drago tutto da solo?” disse L’elfo.

“Beh, allora vieni con me!” propose il ragazzo.

“Ok, però mi prenderò la metà del guadagno, forza andiamo!” esclamò l’elfo.

Allora i due nuovi amici, dopo molte ore di viaggio, giunsero all’ entrata della grotta.

L’interno era particolarmente buio e tenebroso fino a che non giunsero in una stanza completamente ghiacciata, nella quale, in mezzo, giaceva il drago dormiente.

Noregan aveva anche letto che per sconfiggere il drago bisognava pugnalarlo all’occhio, il suo punto debole.

“Ok, io mi avvicino e gli sollevo la palpebra. Tu preparati a colpirlo, ok?” chiese l’elfo.

“Ok.” rispose Noregan.

Allora l’elfo si diresse alla testa del drago, alzò la palpebra destra e…

Zac! La lama di Noregan affondò nell’occhio della bestia che cominciò a ruggire di dolore e a sputare spuntoni di ghiaccio che rischiarono di colpire i due amici.

Fortunatamente scapparono prima che crollasse tutto e tornarono al castello dove la regina, per congratularsi del loro coraggio, permise a Noregan di diventare generale e all’elfo di comprarsi una bellissima casa sul lago.

Tuttavia il ragazzo capì che più si arricchiva meno era felice. Tornò quindi dalla sua famiglia in campagna e visse insieme a loro felice e contento.

(Viola Franceschetti)

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