Il Drago: tra fantasia e leggenda
Tra le innumerevoli tipologie di animali leggendari o fantastici che ricoprono gran parte della cultura dell’uomo, soprattutto quella asiatica, ci sono alcuni animali che risaltano meglio di altri. Non solo perché sono più famosi, ma anche perché sono più maestosi e con il passare del tempo gli uomini gli hanno attribuito forme e caratteristiche sempre più diverse e particolari. Per questo fattore, si vengono a creare anche centinaia di varianti della stessa creatura. Uno di questi maestosi animali è il drago.
Il drago è un rettile mitologico che compare nella nostra cultura sin dalle civiltà mediterranee antiche. La sua figura compare in diverse culture: in quella occidentale il drago era considerato una creatura malefica e portatrice di morte. Nella cultura orientale invece era ed è tutt’ora portatore di fortuna, felicità e bontà.
Si presenta come un grande rettile alato, simile ad un grande serpente. In base alle tipologie: può avere le zampe o meno, può essere in grado di sputare fuoco e può avere due o più teste. Tutte queste caratteristiche sono state suddivise in classi e in famiglie. Le famiglie di draghi sarebbero formate da individui con caratteristiche fisiche uguali o simili. Le classi, o specie, raggruppano invece gli esemplari che abitano i vari ambienti o le varie zone del mondo.
Le famiglie di Draghi
Ecco le principali famiglie di draghi che sono state classificate raccogliendo da tutti i vari racconti o leggende quelli che sono i vari esemplari:
I draghi che possiedono grandi ali ma non hanno le zampe, si chiamano anfitteri. L’anfittero è anche chiamato Serpente piumato, dato che è ricoperto da piume.
Il drago che invece ha due gambe ma non possiede ali si chiama lindorm o lindworm. Sono i draghi solitamente rappresentati sugli stemmi araldici.
I draghi che possiedono le ali e due zampe vengono considerati anch’essi animali araldici. Compaiono spesso in dipinti del Medioevo e Rinascimento.
I draghi che possiedono quattro zampe e due ali sono definiti generalmente come draghi occidentali, mentre i draghi con quattro zampe ma senza ali sono indicati col nome di draghi orientali. Un esempio di drago orientale è costituito dal Dragone Cinese.
I draghi che possiedono più teste prendono il nome di idre, dal mito di Ercole.
Un drago senza ali né zampe, ma che invece possiede due teste si chiama anfisbena.
Il Drago contemporaneo: film e romanzi
Attualmente i Draghi sono diventati alcuni tra i protagonisti dei romanzi, film, racconti e giochi di tipo fantasy. Infatti, oltre ad essere solo un simbolo, in queste rappresentazioni i draghi prendono vita interpretando anche emozioni, azioni e percezioni umane.Per riuscire ad ottenere questi risultati, autori e produttori cinematografici hanno modificato la loro figura rispetto alle leggende classiche.
Una delle modifiche fatte su di essi riguarda l’ambiente in cui devono apparire. Infatti, a seconda della vicenda vengono trasformati per esempio in draghi marini o terreni. Talvolta possono anche raffigurare un elemento della natura, come fuoco, luce, vento, ecc., oppure possono avere poteri soprannaturali.
La Salamandra: non è fantasia
I veri draghi maestosi che sputano fuoco sono solo una leggenda. Sulla terra però, esistono alcuni animali chiamati “draghi”. Questi sono soprattutto rettili che presentano somiglianze alle raffigurazioni degli animali leggendari. Alcuni di questi sono il Drago di Komodo, in Australia, oppure la Salamandra.
La salamandra presenta somiglianze con i draghi per alcune caratteristiche particolari. E’ piccola, a quattro zampe, di forma simile ad un geco, nasconde una saliva letale ed è invulnerabile alle fiamme. Si dice che il suo corpo sia così gelido che se si rotola nel fuoco, riesca perfino a spegnerlo. Le salamandre sono in grado di produrre un materiale simile all’amianto per le proprietà ignifughe, chiamato “lana di Salamandra”. Le salamandre, a causa della loro saliva schiumosa altamente velenosa, possono portare la distruzione ad interi villaggi, avvelenando i frutti degli alberi su cui salgono o cadendo nelle pozze di acqua potabile rendendola velenosa. Realizzano il loro nido nel fuoco, ecco perché il soprannome.