Fabio Angelino, da amante dei libri a scrittore

La scrittura per molte persone rappresenta un modo per liberarsi, per esternare le proprie emozioni e la propria personalità. Così è stato anche per Fabio Angelino, ragazzo di ventisette anni da Biella. Dopo aver pubblicato Oliver nel 2015,  nel 2016 pubblica per Lettere Animate Editore un nuovo romanzo intitolato Il mio migliore amico.   

Quando è nata la tua passione per la scrittura?

In realtà molto tardi, verso i vent’anni. Prima mi limitavo a scrivere frasi che tenevo per me, anche solamente sul cellulare. Ho sempre avuto molta fantasia. Ricordo che da piccolo passavo pomeriggi a inventarmi giochi di società. Noiosissimi, lo ammetto.

Cosa significa per te scrivere?

Significa liberarmi. Ci sono giorni in cui ho proprio bisogno di scrivere. È uno sfogo, un po’ come fare sport. Anche se ci sono volte in cui non riesco a scrivere nulla che mi soddisfi e questo fa sì che invece che liberarmi inizi a sentirmi ancora più appesantito.  

A chi dedichi i tuoi libri?

A tutte le persone che si emozionano almeno un po’ leggendoli

Perché hai deciso di scrivere il libro “Il mio migliore amico”?

Non c’è una motivazione ben precisa. Ho iniziato a scrivere la storia un giorno che non avevo in mente nulla di particolare. Il giorno dopo, rileggendo quelle poche righe, mi sono accorto che poteva nascere qualcosa di buono e più profondo di quanto avessi mai scritto e così ho proseguito. Mi sono emozionato molto scrivendolo, non mi era mai capitato prima

Hai mai pensato di lasciare perdere la stesura del libro perché troppo impegnativa?

Non perché fosse impegnativa. A volte capita che ti perdi e inizi a chiederti se quello che stai scrivendo sia di qualità e possa arrivare a qualcuno.

Hai incontrato difficoltà, come spesso accade, nella pubblicazione del libro?

In realtà per questo molto poche. Ho ricevuto quattro offerte di pubblicazione gratuita. Ero molto felice e soddisfatto.

Hai un punto di riferimento nella scrittura?

Più che punti di riferimento sono spesso influenzato da quello che sto leggendo nel periodo in cui scrivo. Per questo motivo cerco di evitare di fossilizzarmi su un autore particolare, non vorrei mai esser troppo condizionato dal suo stile. Sicuramente posso dire che ci sono autori come Hemingway, Fitzgerald e per quanto riguarda il cinema Woody Allen che per me han significato molto.

Oltre che di scrittura, sei appassionato anche di lettura? Quanto pensi che sia importante il rapporto tra lettura e scrittura?

Fondamentale. Per scrivere bene devi leggere tantissimo. È fondamentale trovare il tempo per dedicarti alla lettura.

Dove trovi l’ispirazione per scrivere?

Dalla vita, da tutto quello che mi circonda. Ma anche dai film che guardo e dalla musica che ascolto. Amo scrivere con un sottofondo musicale. Einaudi, Morricone.

Quanto sono autobiografici i tuoi libri?

C’è sempre qualcosa che in qualche modo mi appartiene o mi è appartenuto, in quello che scrivo. Però non li definirei autobiografici. Semplicemente trovo impossibile distaccarsi completamente dalle storie che raccontiamo.

Hai un consiglio da dare a chi vorrebbe intraprendere la professione di scrittore?

Sai, non mi reputo nemmeno io uno scrittore. Sono semplicemente un ragazzo di ventisette anni che ama scrivere. Quindi il consiglio che posso dare è: se vi fa stare bene, scrivete! Se quello che scriverete sarà veramente valido, con un po’ di fortuna, riuscirete ad arrivare alla gente.

 

per leggere la recensione de “Il mio migliore amico” clicca qui

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