Qui comincia l’avventura… e anche l’horror!

Con questo numero, sono presenti 4 racconti. I primi tre testi – dedicati all’avventura –  sono stati realizzati dagli alunni di Prima media, mentre l’ultimo – un horror –  è stato scritto da un’alunna di Seconda media.

Buona lettura!

 

AVVENTURA SULL’ISOLA MISTERIOSA

Un giorno, un ragazzo di nome Kiliam, che viveva con sua madre Margaret e il suo patrigno Thomas, in un grande baule abbandonato in soffitta trovò dei vecchi libri di suo padre. Su uno di questi c’erano indicate parecchie coordinate geografiche ed in fianco ad una di queste c’era scritto: “qui ci voglio andare perchè al centro dell’isola c’è qualcosa di misterioso…”

Il ragazzo supplicò il suo patrigno di accompagnarlo su quell’isola perchè credeva di trovare suo padre che era scomparso tanti anni prima. Kiliam non lo aveva mai conosciuto.

Il patrigno non ci voleva andare perchè temeva che Margaret potesse arrabbiarsi con lui, ma dopo tante suppliche da parte di Kiliam accettò e gli disse: “ad una condizione: non ci andremo da soli! Verrà con noi il mio caro amico Luca poichè è esperto in escursioni in luoghi sconosciuti. Tua madre sarà più tranquilla!”.

La mattina seguente passarono a prendere il loro amico e partirono con un elicottero dalla città vicina, pilotato da thomas. seguirono le coordinate del libro e dopo poche ore, da lontano, videro l’isola: era davvero incantevole.

Atterrarono sulla spiaggia e Kiliam, impaziente, corse per andare a cercare suo padre, ma appena cercò di allontanarsi dalla spiaggia trovò un messaggio con scritto: ”chiunque tu sia non avventurarti al centro dell’isola”.

Kiliam nascose il biglietto e non lo fece vedere a nessuno perchè altrimenti non avrebbero continuato la ricerca.

L’isola era molto paludosa e si camminava con difficoltà; ad un certo punto trovarono davanti a loro una gigantesca pianta carnivora, talmente grande che in un attimo avrebbe potuto divorare una persona. Però aveva un punto debole a loro sconosciuto. Il punto debole era che la pianta non sentiva un minimo rumore, tuttavia Kiliam e gli altri non lo sapevano.

Tutti agitati non sapevano cosa fare ma ad un certo punto il patrigno di Kiliam disse: ”bisogna affrontarla, altrimenti non ci muoviamo da qui”!

La affrontarono, anzi cercarono solo di sorpassarla ed era andato tutto liscio… ma per sbaglio Luca toccò la pianta e…

…era fatta! Li aveva sentiti. Kiliam ed il patrigno riuscirono a scappare, ma l’amico rimase intrappolato in uno dei tentacoli. La pianta lo stava per mangiare ma in un attimo Thomas tagliò il ramo e Luca cadde a terra libero.

Ricominciarono il lungo cammino e dopo ore e ore si trovarono davanti un enorme animale, un misto tra un elefante e un dinosauro. Con il suo ruggito era pronto a divorarli, quindi cercarono di non farsi vedere ma…

…troppo tardi! li aveva già visti: questa volta il mostro afferrò per primo Kiliam per divorarlo, ma Luca e Thomas, velocissimi, gli saltarono sulla schiena e Thomas  infilzò un pugnale nel collo dell’animale che cadde a terra, lasciando andare Kiliam.

Ricominciarono il lungo cammino e dopo 3 ore si trovarono alle spalle di nuovo quell’animale ma con altri due esemplari.

Per fortuna tutti e tre gli avventurieri erano armati di pugnale; dopo aver estratto le armi saltarono sulla schiena degli animali e li uccisero, proseguendo il cammino e trovando finalmente la casa in mezzo all’isola. Dietro di essa si trovava un enorme vulcano.

Entrarono in casa e Kilian fu sorpreso. Non aveva sbagliato, quello di fronte a lui era proprio suo padre.

il padre spiegò a suo figlio il motivo per il quale era andato via e Kiliam, anche se un po’ arrabbiato, accettò le sue scuse.

Felicissimi di essersi ritrovati, si abbracciarono, ma proprio nel momento in cui il padre di Kiliam stava raccontando che l’isola era una trappola e chi la raggiungeva non poteva piu’ lasciarla, sentirono dei rumori: il vulcano stava per eruttare!

Thomas allora disse: “correte tutti via a prendere l’elicottero”! Proprio in quel momento si accorsero che non c’era più Luca e capirono che li voleva lasciar morire sull’isola, per salvarsi e prendere il merito di aver scoperto l’isola da solo.

Agitati, corsero alla spiaggia velocissimi, ma Luca era già partito…

Cercarono, così, di raggiungere a nuoto un grosso pezzo di legno nel mare prima che la lava incandescente potesse raggiungerli sulla spiaggia, ma Kiliam si incastrò con un piede da qualche parte sotto l’acqua. Thomas si abbassò e scoprì che era un sottomarino abbandonato da qualcuno che era riuscito a raggiungere l’isola prima di loro e che probabilmente non aveva fatto più ritorno.

Andarono tutti dentro e fortunatamente funzionava e proprio quando partirono il vulcano cominciò ad eruttare furioso.

Ma loro erano salvi. Ce l’avevano fatta, avevano superato moltissimi pericoli ed erano sopravvissuti.

(Maria Petrò)

 

UNA STRANA VACANZA

 

Un giorno all’alba, io – Vittoria – e i miei amici – Camilla e Pietro – partimmo per andare in campeggio in alta montagna. Una volta giunti a destinazione verso le 9 di mattina, piantammo una tenda per ripararci dalla pioggia.

Dopo esserci svegliati, non sapevamo più dove ci trovavamo. Ad un certo punto, io urlai: ”Aiuto! Sto cadendo!!!”. Camilla e Pietro mi sentirono urlare e così si misero a correre per salvarmi. Arrivarono appena in tempo, prima che io cadessi dal burrone. Camilla mi prese la mano, ma ad un certo punto a lei scivolò il piede e così precipitammo tutte e due giù nel burrone. Pietro si spaventò, ma scese per salvarci. Tuttavia, noi eravamo appena state rapite da uno scalatore e, di conseguenza, Pietro non ci trovò.

Lui si mise a cercarci, ma cadde nella trappola dello scalatore, che lo catturò.

Dopo un po’, Pietro arrivò nella casetta portato dal rapitore, dove ci teneva nascoste. Lo scalatore disse: “Adesso vi terrò nascosti fino a quando qualcuno non verrà a cercarvi!”.

Noi tre rimanemmo stupiti da quella persona, la quale ci aveva catturato senza alcun motivo. Pietro, però, disse: “Ma se lui non fosse un umano? Se fosse un animale che ci ha catturato perché abbiamo invaso il suo territorio?”.

Camilla disse che Pietro aveva  ragione e che ci aveva catturato perché avevamo invaso il suo territorio.

Allora io dissi: “Cerchiamo una via d’uscita, in quanto secondo me, se restiamo qua, finisce male…”.

Iniziammo, quindi, a cercare la via d’uscita per scappare da quella casa, ma a un certo punto arrivò lo scalatore che ci disse: “Se cercherete di scappare da questa casa sarà peggio per voi!”. Detto ciò, ci rinchiuse in una gabbia e gettò la chiave nel fiume.

Ad un certo punto, Pietro disse: “Qualcuno ha una cosa appuntita?”.

Camilla rispose di avere una forcina per capelli e gli chiese se potesse essere utilizzata. Pietro rispose affermativamente e, in questo modo, cercò di scassinare la serratura, riuscendoci. Grazie al nostro amico, riuscimmo a scappare.

Quando lo scalatore arrivò nuovamente nella stanza, non ci trovò più perché avevamo appena trovato una via d’uscita.

Lo scalatore così si trasformò in un leone e cominciò a rincorrerci, ma noi avevamo appena preso una zattera per scappare lungo il fiume.

A un certo punto, io vidi qualcosa di grigio e poco dopo scoprimmo che era una chiave.

Pietro si buttò in acqua per raccoglierla. Tutti e tre, così, ripartimmo per andare alla casa dove lo scalatore ci aveva rinchiusi, ma a un certo punto egli ci aveva visti e cominciò a rincorrerci.

Pietro, però, si mise a combattere contro lo scalatore, per salvarci. Io e Camilla ci girammo, ma il nostro amico non c’era più. Buttato in un burrone dallo scalatore, Pietro era morto.

Ma…

…non so come fosse successo: mi svegliai all’improvviso nel mio letto, capendo da sola che, in fondo, era solo un sogno!

(Vittoria Galloni)

 

JANE E IL VASO DI PANDORA                     

Jane, una ragazza coraggiosa che amava l’avventura, cercava da anni il famoso “vaso di Pandora”, per salvarlo dalle grinfie del terribile Roger, il quale voleva utilizzarlo per i propri scopi malvagi. Un giorno, Jane e il suo gruppo trovarono le coordinate per arrivare all’oggetto misterioso. La ragazza partì verso l’Oceano Atlantico e, appena giunta, si tuffò sott’acqua, scendendo di diversi metri. Trovò una grotta, ci entrò e, poiché c’era molto buio, accese una torcia e vide tre tunnel. Entrò nel primo, lo percorse e trovò un burrone; si fermò, attaccò una corda ad una roccia e poi se la legò alla vita. Jane prese la rincorsa e si lanciò, atterrando dall’altra parte del burrone. Intanto Roger scoprì dove si trovava Jane e la raggiunse.

La ragazza percorse il secondo tunnel e entrò in una stanza gigante, in cui c’era una mappa. Notò che era proprio la mappa per trovare il vaso.

Tuttavia, sentì dei passi e intravide Roger. Cercò un altro passaggio e, percorrendolo, sbucò all’aperto. Seguendo le indicazioni della mappa, andò nella città greca di Atene, perché proprio lì si trovava il vaso di pandora.

Giunta ad Atene, Jane incontrò il suo vecchio amico Andrea, conosciuto in una missione in America.

Andrea le disse di sapere che stava cercando il vaso e le disse dove cercarlo.

L’oggetto si trovava nel tempio di Giove. Jane arrivò al tempio, ci entrò, ma vide Roger. La ragazza si nascose dietro una statua e, poco dopo, attraversò una porta, ma finendo nelle rovine del tempio. Controllò la mappa e, camminando, giunse al tanto ricercato vaso di pandora.

Ad un tratto, Jane sentì gridare dietro di sé e voltandosi vide il terribile Roger. Tuttavia, Jane fu più abile del nemico e, velocemente, prese l’oggetto tanto cercato e uscì.

Jane tornò a casa e lo portò al presidente del suo gruppo di avventura, il quale la ringraziò.

La ragazza, così, si preparò per affrontare altre avventure emozionanti.
(Giulia Meneghini)

 

IL BAMBINO FANTASMA

Lucy, una bambina di 10 anni, era molto curiosa e abitava in campagna, vicino a un boschetto. Aveva tre sorelle che la trattavano male e ogni cosa che diceva era un buon motivo per andarle contro e farsi notare dai genitori. Una mattina Lucy litigò a tal punto con le sorelle che decise di scappare di casa e andare a rifugiarsi nel boschetto. Camminando, la bambina sentì un rumore e tutto ad un tratto si sentì osservata. Allora iniziò a correre fin quando non inciampò in una radice e nel rialzarsi vide un bambino che la osservava con stupore. Iniziarono a conoscersi fin quando la bambina gli chiese come mai era in quel bosco, ma lui non disse niente. La bambina verso sera tornò a casa e nell’andare a letto vide la luce del bagno accesa, andò a vedere e vide il bambino che si guardava allo specchio e canticchiava una nenia e gli chiese perplessa cosa ci facesse nel suo bagno, ma mentre era nel bel mezzo della domanda entrò la sorella maggiore e le chiese con chi stava parlando. Allora lei stupita della domanda le indicò il bambino che però una volta giratasi non c’era più. Si fece tardi e Lucy andò a letto e si addormentò, ma nel bel mezzo della notte fece un incubo con il bambino che voleva ucciderla, allora si svegliò di scatto e se lo trovò davanti. Si mise ad urlare e chiamò i genitori, ma quando arrivarono non videro nulla e pensarono che avesse fatto solo un incubo. Tutte le notti Lucy faceva lo stesso incubo e si sognava il bambino che la uccideva. Un giorno i suoi genitori preoccupati la portarono da uno psicologo che le disse che era solo frutto della sua immaginazione e doveva ignorarlo. Allora la bambina seguì il consiglio e per un po’ dormì in pace. Ma dopo qualche settimana il bambino ricomparve e le diceva canticchiando: “Tu mi hai ignorato e ora ne pagherai le conseguenze!” E si sentì un coltello trafiggerla alla schiena e partì un urlo di dolore; quando arrivarono per vedere che cosa era successo, trovarono il letto ricoperto di sangue e Lucy si trovava nella cassettiera con un vestito bianco con una scritta incisa col sangue che diceva: “Lei è la prima ora tocca a voi…”

(Maria Alghisi)

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