AIDO: donare per salvare

L’AIDO è l’associazione italiana, no profit, per la donazione di organi e tessuti.
Attraverso la sensibilizzazione, l’informazione e l’educazione, l’AIDO assume un ruolo pedagogico nel sociale cercando di estendere a tutte le fasce d’età il significato del termine “donazione degli organi”. Scopo fondamentale dell’associazione, infatti, è quello di far pronunciare le persone previa informazione, dopo aver fornito sufficienti elementi di conoscenza affinché tutti possano avere le idee chiare sull’argomento e dare o meno il loro consenso nel modo più cosciente possibile.

I minorenni non hanno facoltà di dare il loro consenso durante la vita ma sono i genitori a decidere all’atto dell’eventuale decesso.
La prima cosa da sapere, poiché motivo di grande perplessità generale, è quella di far conoscere la netta differenza esistente fra “coma” e “morte cerebrale”, ossia due condizioni distinte che spesso fanno temere che aver dato il consenso alla donazione possa, eventualmente, condurre i medici a commettere l’errore di espiantare organi da individui in coma e quindi ancora vitali e potenzialmente coscienti.
A creare fraintendimenti che, purtroppo, conducono a cattiva informazione generale che fa scivolare in coda il numero di italiani associati, è molte volte l’errato utilizzo di una corretta terminologia, anche da parte dei mezzi di comunicazione, i quali gestiscono la parola come mezzo fondamentale di dialogo, fungendo da intermediari  fra l’associazione e la gente. Capita, dunque, piuttosto spesso di leggere la notizia che ha come protagonista un individuo inaspettatamente svegliatosi da un coma irreversibile quando, invece, l’individuo è uscito dalla condizione di irreversibilità del coma, il che è ben diverso poiché mentre il primo caso sarebbe impossibile da verificarsi, il secondo è in funzione del grado di coma in cui si trova il soggetto.
Per coma si intende, infatti, la  perdita dello stato di coscienza e quest’ultima può avere diversi gradi ognuno dei quali gode di potenziale reversibilità tranne nell’ultimo grado, ossia quello che corrisponde alla morte cerebrale.

Un pensiero riconoscente lo si deve ovviamente ai tanti volontari che nei diversi ruoli e nelle diverse responsabilità, dalle più semplici alle più complesse, hanno reso migliore l’Italia promuovendo questo piccolo ma grande gesto per l’intera umanità.

 

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